Lunedì 4 Novembre 2024

Il CRTM di Legambiente al servizio delle tartarughe marine

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In seguito all’emozionante liberazione della tartaruga marina, avvenuta nei giorni scorsi davanti a bambini e ragazzi, la curiosità ci ha portati a vistare il centro dove queste tartarughe marine vengono accolte. Il Centro Recupero Tartarughe Marine di Legambiente si trova sul Molo di Ponente ed è gestito con tanta passione e amore dal direttore Giovanni Furii e dal tecnico Massimo Del Vecchio. Manfredonia ospita una delle più importanti Marinerie del Mediterraneo e per questo motivo Legambiente ha scelto di stabilire qui questo centro, riferimento per i pescatori delle provincie di Campobasso, Foggia, Barletta-Andria-Trani. Ogni anno migliaia di tartarughe marine muoiono impigliate nelle reti da pesca, tranciate da imbarcazioni e soffocate dai rifiuti di plastica spesso scambiati per delle prede. A questo si aggiunge la difficolta di trovare luoghi adatti alla nidificazione a causa dell’erosione delle spiagge, allo sviluppo costiero e alla conseguente cementificazione. E così l’impatto antropico mette a dura prova la sopravvivenza delle tartarughe marine, specialmente nel Mediterraneo, le cui specie compaiono come in pericolo di estinzione nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Tra queste troviamo la più diffusa tartaruga comune (Caretta caretta), la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la più rara tartaruga liuto (Dermochelys coriacea). Appena entrati nei locali che ospitano le tartarughe abbiamo avuto l’impressione di trovarci in un vero e proprio ospedale dove, ci spiega Massimo, le tartarughe vittime di catture accidentali nelle reti a strascico vengono soccorse e trascorrono un breve periodo di riabilitazione. I pescatori, che collaborano direttamente con i responsabili del CRTM, sono in prima linea affinché le tartarughe rimaste intrappolate accidentalmente nelle reti da pesca possano essere soccorse. Infatti, durante il loro soggiorno al CRTM le tartarughe ricevono cure veterinarie e vengono tenute in osservazione finché non sono ritenute idonee per essere liberate. Per ogni tartaruga viene compilata una scheda con tutte le informazioni relative allo stato di salute dell’esemplare e prima del rilascio in mare vengono applicati dei tag per riconoscere l’individuo in caso di un’eventuale ricattura. Oltre a ciò, vengono raccolti materiali biologici per monitorare i parametri fisiologici e patologici delle tartarughe che abitano il nostro mare, in modo tale da poter comprendere lo stato dell’ecosistema. La missione del CRTM di Manfredonia per la salvaguardia delle tartarughe marine non si limita solo al primo soccorso di queste ultime, ma il loro lavoro è fatto anche di divulgazione. Infatti, è molto stretta la collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado, poiché piantare il seme dell’amore per la natura nelle generazioni future è un importante passo per la protezione del nostro mare e del nostro pianeta. Durante la visita al Centro di Recupero, dopo averci presentato le tartarughe ospitate, in particolare la 2020ª e la 2023ª salvate dal CRTM, ci viene proposto di liberarne subito una. Così abbiamo aiutato Massimo ad accompagnare in mare una femmina di Caretta caretta di circa 40 anni, dove ha potuto riprendere la via di casa. Il CRTM ha rilasciato in mare numerose tartarughe, ma i responsabili non smettono mai di emozionarsi quando ne vedono una che scivola in acqua, ormai libera.

Arianna Di Bari

Articolo presente in:
Ambiente · News

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