La scorsa settimana, nella Parrocchia Sacra Famiglia di Manfredonia si è tenuto un importante incontro, presentando il libro “La Società Foggiana e la Quarta Mafia”, nella sala della Samaritana. Presente l’arcivescovo Mons. Franco Moscone, l’Associazione “Libera” con la vice presidente nazionale, Daniela Marcone, l’autore del libro, il giornalista Luca Pernice, la moderatrice Federica Bianchi, responsabile regionale di “Libera” e il cantautore Domenico Lamarca che ha intervallato i relatori con gli appassionati brani a tema tratti dal suo Album musicale “Oro Rosso”. L’autore del libro ha presentato un excursus della “mafia garganica”, citando le famiglie dei “clan dei montanari”. I cinquant’anni di storia criminale di queste montagne sono contrassegnati dalla violenza delle “faide”. “Dal ’78 si opposero le faide Ricucci/Libergolis, poi quella dei Primosa/Alfieri nell’80, e negli anni 2000 quella dei Libergolis/Romito. La cosiddetta Quarta mafia si estende in tutta la Capitanata ed è tra le più cruenti, occupandosi di droga, estorsioni, usura e rapine”. Il libro non racconta solo fatti di cronaca, tenta di spronare la società civile a ribellarsi al malaffare in tutte le sfumature della vita quotidiana. Ogni piccola azione proveniente anche dal basso può contribuire ad alimentare la fiammella dell’onestà e del rispetto per il benessere comunitario. La presenza di “Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” è fondamentale nella lotta contro le mafie. Essa è stata fondata nel 1995 e presieduta da Don Luigi Ciotti, coordina più di 1600 realtà nazionali e internazionali che si occupano in vario modo del contrasto alla criminalità organizzata. Don Salvatore Miscio, responsabile della “Sacra Famiglia”, attento alle problematiche sociali, ha sempre cercato di coinvolgere la cittadinanza, promuovendo incontri come quello del 28 giugno scorso, ricordando il monito dell’arcivescovo “Manfredonia Ri-alzati”. Padre Franco Moscone, presente all’incontro, in più occasioni e ricorrenze, ha manifestato il proprio pensiero, mobilitandosi in prima persona per la legalità democratica e la giustizia sociale, in sintonia con l’azione di lotta dell’associazione “Libera”. Un altro momento saliente dell’incontro è stata la testimonianza dell’imprenditore campano “Lazzaro D’Auria”, da anni vive nel foggiano, proprietario di un’azienda agricola a San Severo. Un anno fa, ignoti gli incendiarono oltre 100 ettari di grano a Borgo Incoronata, in una zona già oggetto d’interesse da parte della malavita locale. Egli vive sotto scorta perché si oppone alla mafia foggiana (Moretti-Pellegrino-Lanza) e alle loro richieste estorsive. Anche grazie alle sue denunce molti boss sono tuttora in carcere. Le parole di Lazzaro emozionano tanto. Si rivolge con amore verso i figli di questa straordinaria terra, così la descrive: “in Capitanata il lavoro non manca e dall’agricoltura si possono ottenere lauti guadagni. Nelle mie terre lavorano tanti giovani extracomunitari e tra noi c’è un reciproco rispetto. La mafia osteggia chi lavora con onestà, investendo i propri sacrifici per far progredire economicamente e socialmente questo territorio. Mi sono rivolto alle forze dell’ordine, denunciandoli. Continuerò a farlo per il bene delle nuove generazioni. I nostri figli e nipoti non devono cercare fortuna all’estero. La società civile deve essere solidale con la giustizia per un riscatto sociale della Capitanata. Insieme possiamo farcela per il bene di tutti”. Cantava Toto Cotugno “E vai a cercar fortuna in America/Ti accorgi che l’America sta qua”.
di Grazia Amoruso