L’AUTORITA’ di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, ha pubblicato l’avviso per la manifestazione di interesse al bando per l’esecuzione dei lavori di recupero e ri-funzionalizzazione del bacino alti fondali del porto isola di Manfredonia.
«IL FUTURO di Manfredonia inizia oggi» è il commento scarno ma quanto mai programmatico del presidente Patroni Griffi che aveva annunciato l’emissione del bando un paio di settimane fa intervenendo a Manfredonia ad un meeting dei Lions club. È di fatto l’inizio della grande e impegnativa operazione di rilancio del bacino alti fondali comunamente indicato come porto industriale per la sua specifica funzione esercitata dall’ormai lontano 1970 come supporto all’insediamento dello stabilimento industriale Anic-Enichem, fino alla dismissione di quell’industria chimica avvenuta a fine Anni novanta.
DA ALLORA quel porto, opera di ingegneria raffinata, costruito su palafitte d’acciaio che per circa tre chilometri si protendono nel mare del golfo adriatico, è rimasto negletto pressoché abbandonato a sé stesso: gli oltre due milioni di tonnellate di merci, solide e liquide, movimentate dalle sue banchine, precipitati a poche centinaia di tonnellate. Un dato fra i tanti, che ben rappresenta l’importanza di quella struttura portuale con annesse tutta una serie di servizi fondamentali, nel contesto economico e dunque sociale del vasto territorio di riferimento.
L’INSERIMENTO del porto di Manfredonia nella ristrutturata geografia portuale attuata dalla riforma Del Rio, nella nata AspmAm comprendente i porti di Bari, Brindisi, Monopoli, Barletta, Manfredonia cui si è aggiunto Termoli, ha ridato fiato e speranza alla operatività del porto che domina il golfo di Manfredonia e naturalmente a tutti gli apparati connessi. Il recupero della piena funzionalità portuale è stata tra le prime preoccupazioni della Autority portuale. Il 13 gennaio 2021, il presidente Ugo Patroni Griffi, accompagnato dai tecnici progettisti, ha illustrato in una affollata conferenza tenuta all’auditorium “Cristanziano Serricchio” al Palazzo dei Celestini, ha esposto, fornendo i dati tecnici, il “Progetto di recupero e rifunzionalizzazione del bacino altri fondali del porto di Manfredonia” per un finanziamento già accordato di 121milioni di euro.
L’OBIETTIVO dell’iniziativa evidenziato da Patroni Griffi, è quello «di recuperare e rifunzionalizzare il BAF, ripristinandone le peculiari caratteristiche d’uso e incrementando il bacino di utenza a cui la struttura si rivolge». L’iter tecnico non è stato agevole considerata la struttura tutta particolare sulla quale intervenire. «Il progetto – puntualizzarono i tecnici – giunge a valle di un percorso avviato dall’Ente e iniziato con uno studio di programmazione degli interventi, al quale hanno fatto seguito una valutazione aggiornata della sicurezza strutturale delle opere e una stima dell’evoluzione dei fenomeni di degrado che hanno consentito di valutare, quindi, la possibilità e la necessità di realizzare un intervento di recupero e di rifunzionalizzazione dell’opera portuale».
SULLA SCORTA di tali informazioni, il Dipartimento tecnico dell’Ente ha, quindi, redatto un progetto di fattibilità tecnica economica (PFTE), volto al pieno recupero dell’imponente infrastruttura, candidandone i lavori nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, delineato dal Comitato Interministeriale per gli Affari Europei. Il progetto prevede la realizzazione di importanti lavori manutentivi di risanamento corticale delle opere in calcestruzzo armato, di consolidamento delle strutture e di miglioramento del comportamento al sisma, ha il duplice obiettivo di conservare l’opera e al contempo di conferirle una maggiore capacità di utilizzo, con potenziale conseguente incremento dell’attrattività commerciale dello scalo sipontino.
Michele Apollonio
