Abbiamo seguito con grande interesse i convegni: “La portualità di Manfredonia: stato e prospettive” e “Archeologia a Siponto, dalla colonia romana alla città medievale”.
La proposta di sviluppo del primo, sulla quale abbiamo già espresso qualche considerazione, ci sembra in continuità con la scelta dell’industrializzazione forzata degli anni ‘60 del meridione con la chimica di base. Tali insediamenti, accettati con la falsa promessa di risolvere gli atavici e gravi problemi occupazionali, in realtà, hanno prodotto danni notevoli ai comparti della pesca, agricoltura, turismo, della cultura e desertificato di fatto i territori, giacché hanno impedito lo sviluppo delle loro peculiarità.
Puntare perciò su uno sviluppo che passa attraverso investimenti delle multinazionali e le piattaforme di rifiuti, come auspicano il sindaco D’Arienzo e l’Assessore De Padova di Monte S. Angelo, è una visione asfittica, miope, senza futuro e senza la possibilità di un’occupazione vera, dignitosa e duratura. Una visione che non ha imparato nulla dai due esempi di archeologia industriale, rappresentati da EniChem Agrcoltura e INSUD SpA e che invece andrebbero studiati per evitare quanto S’Agostino D’Ippona ha affermato nei suoi Sermones (164, 14), ossia che “cadere nell’errore è stato proprio dell’uomo, ma è diabolico insistere nell’errore per superbia”.
Il secondo apre a “un’industrializzazione a base culturale” cioè a uno sviluppo, come dice Il prof. Giuliano Volpe, che “si basa sui patrimoni culturali, sui paesaggi, sulla qualità ambientale, sul turismo di qualità”. Tutte variabili che possono garantire “la crescita della qualità della vita, lavoro, sicurezza sociale e ambientale”.
Manfredonia può cambiare strada e puntare sul mare grazie ai suoi 18 km di costa, sulla portualità turistica, sulla valorizzazione della collocazione geografica come Porta del Gargano vicina a un patrimonio culturale, ambientale, religioso e archeologico di grande interesse anche internazionale. La visita agli scavi di Siponto, favorita dai docenti e studiosi impegnati negli stessi, ha aperto un mondo di conoscenze e saperi che meritano l’attenzione della classe politica, dirigente, imprenditoriale e della cittadinanza.
Noi non siamo quelli del no, ma del sì a tutte le opportunità offerte da questa seconda opzione di sviluppo: lavorazione e trasformazione dei prodotti della pesca, dell’agricoltura. Un esempio virtuoso potrebbe essere quello della coltivazione su larga scala della canapa sativa, una coltura in grado di dare nuova linfa all’agricoltura della Capitanata e creare nuove opportunità di attività industriali da allocare, per esempio, nelle aree attrezzate del Porto Industriale Alti Fondali. Attività basate sulla trasformazione di tutte le parti di questa pianta eccezionale: dall’olio, al filato idoneo per la sua resistenza e duttilità a produrre le reste e le reti da pesca, ceste e borse per eliminare il problema della plastica alla radice e risparmiare sul suo smaltimento (il 60% della quale non è riciclabile), ai materiali per un’edilizia ecosostenibile, ricavabili dalla parte legnosa della pianta, ecc.
A supporto delle nostre idee citiamo l’esempio dell’azienda garganica che si appresta a presentare, “in anteprima mondiale, una “camicia intelligente ed ecosostenibile” al Phygital Sustainabilty Expo, il primo ed unico evento in Italia esclusivamente dedicato alla transizione ecosostenibile dei brand di moda e di design”! (da L’Immediato)
L’azienda ha coniugato la tecnologia avanzata a una componente della moda come la camicia, utilizzando il cotone biologico, coltivato tra San Marco in Lamis e San Severo, che insieme alla canapa sativa rappresentano sicuramente un’occasione di sviluppo vivibile.
Pertanto ci rivolgiamo ai giovani imprenditori del nostro mezzogiorno, ai quali diciamo: “Forza e coraggio, fatevi avanti… e investite sulle tante opportunità offerte dall’economia verde, coniugando innovazione tecnologica e agricoltura, pesca, cultura e turismo”!
Manfredonia, 30 giugno 2023 La Presidente
Manfredonia Nuova Prof.ssa Iolanda D’Errico