Domenica 22 Dicembre 2024

Ritucci sul bilancio del comune di Manfredonia: rischio sacrifici inutili

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Il BILANCIO è il documento più importante in ogni tipo di Amministrazione. Rappresentando la situazione patrimoniale/finanziaria di un’azienda, quindi il risultato economico di un esercizio amministrativo, ne determina il futuro.

In questi giorni è oggetto di discussione il bilancio del Comune di Manfredonia, con il sindaco Giovanni Rotice che lamenta l’eredità ricevuta, la maggioranza che ne approva l’azione senza profferire verbo (tranne, talvolta, il consigliere indipendente Adriano Carbone che, circa il rendiconto 2022, vorrebbe vederci chiaro sui ‘debiti fuori bilancio’) e l’opposizione che cavalca le osservazioni dei revisori dei conti, che hanno espresso parere favorevole al documento economico, ma raccomandandosi di “attivare le procedure di verifica e di accertamento delle responsabilità”. Insomma, solite contrapposizioni politiche, che non fanno fare passi in avanti alla Città.

Per avere un punto di vista ‘terzo’, abbiamo conversato con Massimiliano Ritucci, membro dell’Associazione AgiAMO ed ex consigliere di opposizione nelle file del M5S durante l’amministrazione Riccardi, che ha sempre espresso una posizione molto critica verso le gestioni dei bilanci passati e che non vede segni di discontinuità in quella presente.

Ritucci, cambiano le amministrazioni, ma il vulnus è sempre il bilancio, con particolare riferimento alla situazione debitoria del Comune di Manfredonia.

Cambiano le amministrazioni, ma non l’approccio al problema. I debiti del Comune di Manfredonia cominciano ad essere rilevanti a partire dagli ultimi anni dell’amministrazione ‘Campo’. Tanto è vero che la Corte dei conti inviò una nota in cui evidenziava rilevanti criticità verso il bilancio comunale.

Poi il testimone passò al sindaco Riccardi.

Sì. Trovò una situazione certamente difficoltosa, dovuta ad una serie di entrate che sono venute meno – come, ad esempio, quelle derivanti dal Contratto d’Area, ICI, IRPEF, oltre ad altre entrate e trasferimenti statali – e su cui si faceva affidamento per la copertura di un insieme di investimenti (mutui) fatti negli anni.

Si trattava di una situazione debitoria che, affrontata per tempo ed in maniera responsabile, si sarebbe potuta sanare agevolmente, con pochi disservizi per i cittadini e, di conseguenza, meno sacrifici.

Invece, per poter continuare a spendere ed avere i bilanci in pareggio, si scelse di coprire le voci di spesa con entrate inesistenti, accumulando negli anni somme rilevanti che, successivamente, si tramutavano in ‘residui attivi’ presenti in bilancio. Pertanto, i rendiconti economici presentavano spese certe coperte da entrate che non esistevano. In questo modo cresceva a dismisura il debito dell’Ente.

Da cosa presume che vi siano state tali anomalie?

Per verificare l’esistenza di tali residui attivi, abbiamo ripetutamente richiesto la documentazione per capire a chi fossero riconducibili tali somme e le azioni effettuate per il recupero delle stesse.
Soprattutto a seguito del riaccertamento straordinario effettuato nel 2015, in cui circa 17 milioni e 700 mila euro – su un totale di oltre 50 milioni di euro – venivano dichiarati di dubbia e difficile esigibilità e per i quali si è provveduto a creare un fondo di accantonamento della durata di trenta anni.

Abbiamo chiesto, altresì, che fine avessero fatto alcune somme vincolate, utilizzate a copertura di spese correnti o debiti, mai più reinserite nei capitoli di provenienza.

Come, ad esempio, le somme entrate con il cambio d’uso della CB3, vincolate alla realizzazione di opere mai effettuate.

Non abbiamo ricevuto risposta.

Neanche dai ‘Commissari’ ai quali esprimemmo tutte le nostre perplessità sulla conduzione economica del Comune.

Questo corrobora, per tornare alla questione dei residui attivi, la nostra convinzione che tali somme non verranno mai incassate, in quanto non riconducibili a reali debitori.

In definitiva, sono solo numeri.

Ora la patata bollente è nelle mani dell’amministrazione Rotice?

Sì, ma non vedo discontinuità con le gestioni passate. Si prende per buona la situazione certificata che è stata ereditata, senza fare le dovute verifiche e capire se si tratta di una situazione reale o fasulla (come credo).

Questo porta ad una serie di domande:

  1. a) a quanto ammonta il reale debito del Comune di Manfredonia?
  2. b) le somme accantonate per dieci anni – così come previsto dal Piano di Riequilibrio Pluriennale – sono realmente sufficienti per ripianare il debito del nostro Comune ed uscire dalla condizione di predissesto finanziario?
  3. c) le somme che si accantonano annualmente sono ricavate dalle voci inserite in quel Piano – il che dimostrerebbe che lo stesso è sostenibile – o si sta facendo pura economia di spesa su altri servizi, creando un doppio danno ai cittadini?

Nei vari rendiconti che vengono approvati, continuano a sparire, inspiegabilmente, ingenti somme di ‘residui attivi’ (così come rilevato anche dai Revisori Contabili); questo, oltre ad essere un’operazione irregolare, non fa che rafforzare la nostra convinzione che le somme in questione sono solamente dei numeri.

Come se ne esce?

Con un’operazione verità.

Oltre ai riaccertamenti reali, a cui ho già fatto riferimento, bisogna effettuare immediatamente delle verifiche e dare risposte ai quesiti che ho posto poc’anzi.

Perché, se si accertasse quanto da noi sostenuto e non si intervenisse tempestivamente con un’azione correttiva, si correrebbe il rischio di imporre ai cittadini dei sacrifici che non servirebbero a nulla, in quanto ci ritroveremmo al termine dei dieci anni del Piano di Riequilibrio con i conti non sanati ed ancora in una condizione di predissesto finanziario, con tutte le conseguenze negative che ciò comporterebbe.

Ma i fondi del PNRR potrebbero essere di aiuto?

I fondi del PNRR sono un’opportunità per dare corso ad una serie di progetti per lo sviluppo della Città, oltre a poter essere utilizzati per l’assunzione di personale di cui la nostra amministrazione è carente.

Ma il problema del Comune di Manfredonia è costituito dalla scarsità di risorse per far fronte alle spese correnti e a compensazione delle minori entrate derivanti dall’ingente percentuale di evasione fiscale esistente.

I fondi del PNRR, essendo vincolati, non possono essere utilizzati per tale scopo.

Manfredonia avrebbe bisogno, ad esempio, di nuovi regolamenti che recepiscano leggi regionali e nazionali, in modo da creare nuove opportunità per i cittadini; questo porterebbe all’ingresso di nuove somme nelle casse comunali, utili alla riduzione del debito, per la spesa corrente, per l’erogazione di nuovi servizi alla collettività e l’efficientamento dei servizi attuali.

Vito Marchitelli

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