Martedì 19 Novembre 2024

La gradinata di via Torre dei Giganti nella città UNESCO di Monte Sant’Angelo non deve essere distrutta. Legambiente chiede lo stralcio dal progetto in cantiere

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L’intervento di “rigenerazione” del centro storico di Monte Sant’Angelo rischia di cancellare le ultime tracce di una città che una volta era fatta di “pietra di Monte”, una delle più belle e suggestive pietre da costruzione famosa in tutto il mondo per le sue caratteristiche estetiche e funzionali.

 

Legambiente ha chiesto più volte rassicurazioni sul fatto che il progetto firmato dall’architetto Michele Sgobba, finalizzato alla ristrutturazione di piazze e vicoli del centro storico, non finisse per distruggere, sostituendolo con la solita pietra di Apricena, quel poco che resta dell’antico basolato storico di Monte Sant’Angelo, una volta tutto in pietra calcarea di Monte e oggi rimasto come testimonianza storica solo sulla bellissima gradinata di via Torre dei Giganti, in largo Tomba di Rotari e nelle stradine adiacenti, in via del ponte e stradine adiacenti, nell’area tra la chiesa del Carmine e il palazzo di città. Lo abbiamo fatto al momento del dibattito pubblico su questo progetto, che si tenne cinque anni fa nella sala conferenza delle Clarisse, esponendo chiaramente e ufficialmente il nostro punto di vista e mettendo in guardia il progettista e l’amministrazione comunale riguardo al pericolo di un approccio non culturale alla materia. Lo abbiamo poi fatto a più riprese chiedendo rassicurazioni prima all’assessorato ai lavori pubblici. Ci è stato detto che su quei siti l’intervento sarebbe stato conservativo e che il basolato originario sarebbe stato salvaguardato con un approccio restaurativo.

 

Ieri pomeriggio invece, nel corso dell’incontro pubblico che si è tenuto in piazza per informare la cittadinanza sulla partenza imminente dei lavori, l’architetto Sgobba ha detto esplicitamente che quelle pietre saranno rimosse e sostituite con materiale “in linea con gli interventi finora realizzati”, quindi in pietra di Apricena. La gradinata, ammirata dai turisti e che conserva un valore identitario per la comunità di Monte Sant’Angelo, diventerà, come è già successo con la scalinata del convento di San Francesco e la scalinata della chiesa dei Cappuccini, un’anonima scalinata in banale travertino di Apricena, snaturando ulteriormente i valori estetici e identitari della città UNESCO, candidata alla Capitale Italiana della Cultura e futura Capitale della Cultura di Puglia.

 

Legambiente crede che non sia questo l’approccio corretto ai lavori pubblici nel centro storico, che ci sembrano pensati e condotti non con la giusta sensibilità culturale che merita la buffer zone di un sito UNESCO, e chiede lo stralcio della gradinata di via Torre dei Giganti e di Largo Tomba di Rotari e stradine adiacenti dal progetto di intervento che sta per essere posto in cantiere, per evitare di cancellare in maniera irreversibile caratteristiche urbane di valore storico e identitario che invece meritano un approccio culturale e conservativo, non la distruzione irreversibile a causa di un progetto che sembra attento solo ai “computi metrici” e agli “arredi urbani” di gusto discutibile.

 

Legambiente Monte Sant’Angelo

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Capitanata · Comunicati · News

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