Mercoledì 13 Novembre 2024

45 anni di Ant: a Bologna quest’anno anche tanti volontari, formichine operose che sostengono un grande programma di assistenza domiciliare

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Tra gli ospiti e relatori della giornata congressuale il giornalista Rai Stefano Tura e il Presidente Cei Card. Matteo Zuppi

 

Oltre 700 volontari arrivati da tutta Italia (più di 200 quelli provenienti dalla Puglia, anche dalla Delegazione “Michele Vaira” di Manfredonia) hanno rappresentato nel capoluogo emiliano le 174 Delegazioni Ant operative sul territorio nazionale, in occasione della celebrazione del 45° anniversario di Ant, l’Associazione Nazionale Tumori pensata e fondata, insieme a un gruppo di 12 amici, dal Prof. Franco Pannuti, medico oncologo bolognese. Era il 1978 quando nella sua Bologna iniziò la pionieristica esperienza dell’assistenza domiciliare oncologica che oggi può contare su 21 équipe multi-disciplinari presenti in 29 province in 11 regioni.

Ogni malato di tumore dimesso dall’ospedale deve poter trascorrere con dignità e amore anche i difficili momenti della fase terminale della malattia, seguito da professionisti che portano presso il loro domicilio cure il cui standard è pari a quello ospedaliero, équipe costituite da medici e infermieri formati e retribuiti da Ant, affiancati da nutrizionisti e psicologi, che fanno questo lavoro a titolo completamente gratuito per il paziente e per la sua famiglia. “Anche in oncologia bisogna saper infondere amore: i malati – diceva Pannuti – ci chiedono di non essere lasciati soli e di non soffrire e Ant è nata proprio per rispondere, con amore, al richiamo della sofferenza e per diffondere quel principio dell’Eubiosia, intesa come insieme di qualità che conferiscono dignità alla vita, dal primo fino all’ultimo respiro”.

Una ‘pesante’ eredità che il Prof. Pannuti è riuscito a lasciare a sua figlia Raffaella, coinvolgendola prima nell’ufficio comunicazione e poi convincendola ad assumere la presidenza della Fondazione per lasciare a lui quella onoraria, complice la malattia che lo avrebbe di lì a poco portato alla dialisi.

Fondazione Ant è diventata il più grande ente italiano nell’ambito dell’assistenza medica domiciliare gratuita ai malati di tumore e della prevenzione oncologica. A cadenza quinquennale la Fondazione organizza “Ant Insieme”, un appuntamento per incontrarsi, fare il punto su ciò che si è fatto e soprattutto su ciò che ancora non è stato fatto e su come farlo.

“Ti voglio bene” è lo slogan del 45° stampato sulle t-shirt donate a tutti i volontari e indossate durante l’evento: non uno slogan studiato a tavolino, ma una frase che il Prof. Pannuti pronunciava molto spesso e che non era riservato solo ai suoi cari, tre parole che egli usava come saluto, al posto di arrivederci, cià o buona serata, quando terminava una conversazione o per accomiatarsi lui stesso dal o dai suoi interlocutori. “Quel suo ti voglio bene noi lo ripetiamo ogni giorno con i nostri gesti e la nostra operosità” ha detto Raffaella Pannuti.

Il fitto calendario di appuntamenti ha preso inizio venerdì 9 giugno nell’Aula Magna dell’Istituto Ant con la sessione celebrativa dedicata alla memoria del fondatore, dove la Presidente è intervenuta come relatrice su “La spinta propulsiva del volontariato in memoria di Franco Pannuti”.

I lavori congressuali sono proseguiti nella giornata di sabato 10 con il convegno “Le cure oncologiche domiciliari. Il contributo di Ant da 45 anni a casa di chi soffre”, suddiviso in due sessioni. La prima, intitolata “Ricerca, formazione, informazione”, ha fatto il focus su nuove strategie formative, sulla medicina palliativa e sulla farmacologia clinica del dolore ed ha avuto ospite il giornalista Rai Stefano Tura. La seconda sessione, dedicata a ‘Etica, filosofia e giurisprudenza’, ha inquadrato il tema dei limiti e dell’appropriatezza delle cure anche dalla prospettiva della dimensione spirituale, del dibattito etico e della sfida giuridica, avvalendosi della presenza, in veste di moderatore, di S.Em. Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei. Dibattiti e tavole rotonde hanno consentito ulteriori approfondimenti sul terzo settore nella rete di cure e sul progetto ‘Eubiosia’ ovvero il ‘volontariato che genera valore’.

“Chi decide di fare volontariato – commenta Saverio de Girolamo, responsabile della Delegazione Ant di Manfredonia – non è un extra-terrestre, un marziano o un supereroe, è solo una persona normalissima che ha deciso di rendersi utile a coloro che soffrono e che hanno bisogno di aiuto. Allora perché c’è sempre più bisogno di queste persone? Forse perché non è poi tanto facile trovare chi è disposto a rinunciare a qualche impegno personale, di famiglia o con amici, per dedicarsi invece liberamente, anzi ‘volontariamente’, alle attività necessarie per assicurare il giusto sostegno ai bisognosi, ben consapevole che ogni sacrificio, non soltanto di ordine economico o di tempo, porterà certamente ad una grande gratificazione interiore. E allora la volontaria o il volontario di Ant non è poi così normale, è una persona ‘umilmente speciale’ che ha deciso di raggiungere, senza tanto clamore, un obiettivo speciale che scaturisce da un’idea speciale, quella del Prof. Franco Pannuti di dare assistenza e conforto ai malati oncologici terminali fino all’ultimo istante di vita, nel calore delle loro mura domestiche”.

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