Il presidente CIA Puglia: “Assurdo che il Governo non abbia attivato uno strumento che funziona”
“Ci si concentra sull’Ucraina, ma la lotta delle aziende agricole per sopravvivere non va dimenticata”
Negli ultimi 4 anni, l’anticipazione aveva funzionato perfettamente. Perché tornare indietro?
“Così si uccide l’agricoltura italiana”. É durissimo il commento di Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, riguardo al colpo durissimo assestato dal Governo al comparto primario. Quest’anno, a differenza di quanto avvenuto dal 2019 al 2022, non ci sarà alcun anticipo dei pagamenti PAC 2023. Scelta consapevole o colpevole ritardo, fatto sta che per decisione voluta o inadeguatezza, non è stato attivato per tempo lo strumento che avrebbe permesso l’anticipazione dei pagamenti della PAC, utilizzando i movimenti sulla liquidità messi a disposizione del Ministero dell’Economia.
“Il Governo Meloni si concentra sulla guerra in Ucraina, benissimo, ma deve sapere che in Italia, soprattutto al Sud, è in corso un’altra battaglia, quella degli agricoltori e delle aziende agricole che cercano quotidianamente di sopravvivere tra l’incudine di fango e calamità e il martello di costi di produzione sempre più insostenibili, per non parlare dello strapotere schiacciante di multinazionali e GDO che tengono in ostaggio un comparto sempre più alla canna del gas”.
L’anticipo dei pagamenti PAC 2023 avrebbe dato un po’ di respiro alle aziende agricole. Una tregua nella tempesta perfetta che non ha smesso di tuonare sulla testa degli agricoltori a partire proprio dall’inizio del disastroso conflitto in Ucraina.
“L’agricoltura non può fermarsi, non si è fermata nemmeno durante le fasi più tragiche dell’emergenza pandemica. Dimenticare di attivare l’anticipazione dei pagamenti della PAC ha conseguenze drammatiche per tutte quelle aziende agricole, e sono tantissime, che hanno difficoltà a far quadrare i conti e sono nella necessità di avere un minimo di risorse per continuare a tirare avanti invece di chiudere i battenti”. Grazie al sistema delle anticipazioni, che fu istituito nel marzo del 2019, in questi anni le aziende del comparto primario hanno potuto incassare in anticipo una parte dei pagamenti diretti. Si tratta di una parte rilevante, che ha oscillato dal 50% al 70% a seconda delle annate. “Quando una cosa funziona è assurdo tornare indietro e cancellarla”, aggiunge Sicolo. “L’anticipazione dei pagamenti PAC ha funzionato, è riuscita a tenere a galla le imprese. É davvero incomprensibile la motivazione che ha spinto il Governo a non far emanare il decreto di attivazione. Ora gli agricoltori dovranno aspettare dicembre o, nella migliore delle ipotesi, ottobre, qualora si intervenga con una deroga. Il Governo valuti un intervento che possa rimediare al suo stesso errore. É davvero incredibile che uno strumento perfettamente funzionante per quattro lunghi anni sia stato messo nello sgabuzzino, per parlare di cosa?”.