«PER noi anche quei 38 ettari certificati rappresentano un problema». È perentoria l’Associazione culturale e politica “Manfredonia Nuova” nell’esprimere riserve, dubbi e preoccupazione dopo il deludente consiglio comunale convocato per discutere di quella questione che assilla cuore e mente dei manfredoniani. Secondo quanto dichiarato dal program manager di Eni Rewind, Sandro Olivieri, presentando le relative slides, dei 96 ettari di proprietà dell’Eni, 38,2 sono disponibili come da decreti approvarti, 56,2 sono aree bonificate già impegnate per altre attività (strade, fasce di rispetto, TAF, TAS, FTV). Nulla si sa dei restanti cento ettari circa dei duecento che costituiscono la superficie del SIN di Monte Sant’Angelo-Manfredonia. I diretti responsabili (Comune di Monte Sant’Angelo, Asi, Zes, Autorità di sistema portuale) erano assenti. La portavoce del Coordinamento ambiente-salute di Manfredonia, Rosa Porcu, ha rinnovato la richiesta al Comune di una sede per la “Casa della salute”.
COMMENTANDO i numeri esposti dal manager di Eni Rewind, il consigliere Francesco Schiavone ha evidenziato come «qualcosa è stata fatta ma tanto resta da fare specie nel sottosuolo: ci vorranno almeno altri quindi anni per bonificarlo completamente e 52 milioni di euro che si aggiungono ai 296 già spesi». Ha altresì auspicato, deplorando il fallimento del summit al Municipio di Manfredonia, che «si torni a discutere tutti insieme delle sorti di un territorio per tanti aspetti nodale».
FORTEMENTE caustica la consigliera Maria Teresa Valente nell’evidenziare «l’incapacità dell’amministrazione comunale di Manfredonia di gestire importanti questioni come appunto la bonifica delle aree ex Enichem» ma non solo: «è mancata del tutto – fa presente in una nota – la discussione sulle bonifiche dell’area Sin riguardanti le discariche Pariti 1, Pariti 2 e Conte di Troia, per le quali sono stati stanziati 12 milioni di euro». Quelle discariche si trovano dalla parte opposta del sito ex Enichem, nei pressi dell’area industriale di Coppa del vento. Sono state messe in sicurezza, ma non è stata trattata la falda. Confidando in «una leadership del comune di Manfredonia responsabile e impegnata che sappia agire con coerenza e competenza», ha auspicato che «le istituzioni coinvolte mettano da parte le divergenze politiche e lavorino insieme per garantire una gestione efficace delle aree industriali favorendo la creazione di posti di lavoro, la tutela dell’ambiente e il benessere della comunità».
ALTRO aspetto fortemente sostenuto è quello della destinazione di quelle aree una volta bonificate. Che Eni Rewind abbia escluso la vendita di aree ad industrie pesanti, non mette al sicuro anche perché circolano sempre più insistenti voci di progetti di attività attinenti al trattamento di rifiuti di ogni genere. I rappresentanti del PD Massimo Ciuffreda e Maria Rita Valentino, insistono per la soluzione APPEA, «la costituzione cioè – spiegano – di un’area produttiva ecologicamente attrezzata». «L’Appea è – ragguaglia il consigliere Gaetano Prencipe – uno strumento previsto dalla Regione Puglia, di pianificazione e di gestione comune di un’area, dei suoi problemi e dunque delle sue potenzialità e opportunità».
Michele Apollonio