“La bellezza salverà il mondo” diceva il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij, e forse è a questa frase che si sono ispirati i ragazzi e le ragazze del Toniolo nel realizzare il corto “Tornare a splendere”, premiato come primo (un viaggio di due giorni con tutta la classe a Roma) lo scorso 2 giugno al concorso “Il territorio di Capitanata: La bellezza come specchio della legalità”. Bandito dalla Prefettura di Foggia e dall’ufficio V dell’URS di Puglia, il concorso è stato indetto per le celebrazioni della Festa della Repubblica, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Foggia. Obiettivo del concorso era stimolare i giovani ed il mondo della scuola a produrre elaborati sui temi della legalità, della giustizia, della libertà, della conoscenza e del senso di appartenenza al proprio territorio, e della cittadinanza. Il tema da sviluppare prevedeva la scelta di un testimone, di una storia o un luogo nel territorio di Capitanata, espressione di bellezza e legalità. Il preside dell’ITE “G. Toniolo” di Manfredonia, Pellegrino Iannelli, e il vicepreside Vincenzo Leone, nonostante i tempi strettissimi, hanno fortemente voluto la realizzazione di questo progetto e si sono rivolti alla prof.ssa Annarita Attanasio, che ha coinvolto la classe 4^ Cm e si è avvalsa della collaborazione della prof. ssa Vincenza Villani e del prof. Angelo Avitabile. I ragazzi e le ragazze si sono subito messi alla ricerca di spunti per realizzare il progetto e hanno individuato come luogo da prendere in considerazione la bellissima Villa Rosa. Un luogo meraviglioso della nostra città, frutto del gesto d’amore del Cav. Vincenzo D’Onofrio per la moglie Rosa Longo. Purtroppo, il luogo è da anni abbandonato all’incuria totale, ed è divenuto spazio dove dilaga l’illegalità e l’irrazionalità, dallo spaccio alle sedute spiritiche. Bellezza e amore contro incuria e violenza. I ragazzi e le ragazze coinvolte nel progetto hanno scritto una sceneggiatura e, coadiuvati dal regista Stefano Simone, hanno realizzato un corto in cui si racconta di due ragazze che scoprono la villa e decidono di ridonare a quelle stanze, scenario di violenza e spaccio, la loro bellezza, utilizzandole come luogo per mettere in atto le proprie passioni: l’arte, la danza, la musica. Come se dipingendo, suonando, cantando e danzando si potesse magicamente trasformare lo scempio in cui è ridotta la villa e restituirle la vita. I ragazzi e le ragazze del Toniolo, a quanto pare, hanno ben chiaro, come hanno affermato nella loro presentazione del corto, “che ‘abitare la bellezza’ aiuta a guardare il mondo con occhi diversi e in alcuni casi è necessario che i valori occupino un luogo per permettere ad altri di raggiungerli. Anche questo è un atto d’amore”.
Vito Marchitelli