Lunedì 4 Novembre 2024

La Camera di Commercio di Foggia compie duecento anni: Speranza, Lavoro, Coraggio 

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Si è svolta questa settimana un’importante manifestazione per il bicentenario della Camera di Commercio di Foggia. Un evento che ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni, con il mondo imprenditoriale in prima fila e registrato l’interesse di due rappresentanti del Governo, i Ministri Urso e Fitto unitamente al vice presidente della Regione Puglia Piemontese, nonché del Commissario Straordinario del Comune di Foggia, Cardellicchio, del Vice Prefetto Vicario Grandolfo e del Rettore dell’Università degli Studi Foggia, Lo Muzio. Interessanti spunti sulla rilevanza storica della ricorrenza sono stati offerti dal Presidente Nazionale di Union Camere, Prete e dal prof. Pirro. Significative anche le relazioni del direttore dell’Archivio di Stato Mastroiorio e dello scrittore de Leo, autore di una  pregevole pubblicazione rievocativa dei 200 anni di storia dell’Ente Camerale. Nella circostanza sono stati conferiti numerosi premi agli imprenditori, tra cui 5 riconoscimenti speciali: per il commercio a Matteo La Torre, per l’Industria ad Armando De Girolamo, per l’Artigianato a Luigi Ficelo, per l’Agricoltura a Mario De Matteo di Rosso Gargano e al Rettore della Luiss Andrea Prencipe, per Foggia nel Mondo. Ha preso parte all’iniziativa – i cui lavori sono stati coordinati dal giornalista Micky dè Finis- anche il Procuratore della Repubblica, Ludovico Vaccaro che ha consegnato i riconoscimenti speciali per la legalità ad Alfredo Traiano e ad Arcangela Petrucci e Marianna Ciavarella. Madrina della manifestazione Gianni Fratta, notissimo direttore d’orchestra, che ha svolto una prolusione sull’importanza dell’impresa culturale, mentre è toccato a Pio ed Amedeo aprire un breve spaccato di simpatica ironia. L’intervento introduttivo del Presidente della Camera di Commercio Damiano Gelsomino ha offerto non pochi spunti per un supplemento di riflessione sugli aspetti sociali ed economici che attraversano la Capitanata nell’attuale fase storica e politica. Volentieri ne pubblichiamo il testo integrale.

Raffaele di Sabato

Damiano Gelsomino

Damiano Gelsomino

‘Sono onorato di darvi il benvenuto in questa giornata così importante e piena di significati la cui solennità è scandita dai duecento anni di storia che l’Ente Camerale intende oggi celebrare qui con tutti voi. Era doveroso farlo. Abbiamo due secoli alle spalle in cui sono state attraversate in lungo e in largo le dinamiche economiche di un pezzo d’Italia che ancora trasuda l’operosità di una comunità che ha sempre mantenuto alto il suo senso di appartenenza alle proprie radici. Una storia che raccontiamo oggi in un volume che ripercorre, con la certosina capacità di ricerca minuziosa di un documentarista e storico del valore di Carmine de Leo, tutte le tappe di un cammino che non si è mai fermato sin dall’istituzione della Camera Consultiva di Commercio e la Borsa dei Cambi di Foggia decretata nel 1820 dai Borboni, con testimonianze che fanno risalire le prime vestigia di questa Camera già nel ‘300. Fu la necessità di superare le strettoie delle vie di comunicazione del territorio che illuminò quella scelta che aprì lo sbocco naturale nel porto di Manfredonia per coniugare l’economia della Daunia alle funzioni della Dogana delle Pecore, istituzione regale già molto fiorente nella monarchia assoluta di quel tempo. Quella naturale vocazione fece sì che la Camera di Foggia diventasse seconda solo a quella di Napoli nella parte continentale del Regno delle Due Sicilie. Un percorso secolare in cui questa Camera di Commercio ha rappresentato il tessuto produttivo di un pezzo del Mezzogiorno d’Italia: dalle antiche corporazioni di arti e mestieri, alle sfide difficili dell’economia agricola in una terra in cui imperava la cultura del latifondo ma che mostrava di non cedere mai i segni di una caparbietà capace di scavare sempre nel solco della speranza, già contrassegnato dal cammino dei popoli transumanti nella piana del Tavoliere dalle pendici d’Abruzzo come racconta l’Associazione Il Tratturo, guidata dall’intelligente passione di Michele Pesante. E poi le lotte contadine dei cafoni, “asini che ragionano”, scrisse Ignazio Silone nelle pagine di Fontamara. Dunque una storia intensa, piena di gioie e di dolori, ma sempre una storia vissuta con cadenze palpitanti nel quotidiano scorrere del tempo, tra dolorose sottomissioni e coraggiose ribellioni, brusche cadute e faticose risalite. La presenza oggi qui in mezzo a noi delle massime autorità istituzionali, di autorevoli protagonisti del mondo imprenditoriale, rappresentanti accademici e delle professioni e – di qui a breve – di rappresentanti del Governo del Paese e della Regione, è quindi per noi motivo di fierezza. Per questo il ringraziamento che vi esprimo a nome del Consiglio e della Giunta che mi onoro presiedere travalica le formalità di rito perché risponde al bisogno di cogliere questa circostanza per ribadire in tre parole chiave il nostro impegno per questa terra generosa. La prima parola è SPERANZA. Speranza di riuscire a difendere, come fecero i nostri padri, le ragioni sottese in uno sviluppo che incontra asperità in una contingenza che viene da lontano ma che continua ad alternarsi in nuove incertezze, causando sofferenze e, ciò che è più grave, diseguaglianze sociali. La Capitanata è un angolo di paradiso. E tuttavia non ancora riesce a mettere a pieno frutto le sue meraviglie uniche, nonostante il passo incessante e direi volenteroso di imprenditori di primo piano che si cimentano sempre nel perenne conflitto tra classi dirigenti e ceti dominanti. La seconda parola è LAVORO. È il pane quotidiano delle nostre maestranze e nessun imprenditore potrebbe farne a meno per conseguire il suo legittimo profitto d’impresa. Ma le giovani generazioni stentano ancora troppo ad entrare in un mercato che spesso resta inceppato da pesanti inadempienze che dobbiamo avere la forza di superare e denunciare quando sono il risultato di scelte sbagliate. La terza parola è CORAGGIO. Il Coraggio di essere protagonisti autentici di un riscatto sociale inseguito da tempo e che la Capitanata merita. Un riscatto che per Foggia assume connotazioni morali perché i principi di legalità non siano mai offuscati ne messi in dubbio, perché questo sarebbe la fine. Coraggio di restituire agli abitanti della grande Daunia condizioni di serenità e di prosperità che nessun gruppo di pressione sociale o economico può minare. Men che meno può aiutare misconoscere o, ancor peggio, negare l’azione devastante portata avanti da gruppi criminogeni. Chi lo fa offende il territorio, offende la memoria di chi ha rimesso la vita, offende i giovani che non possono essere disorientati in un contesto così delicato. Offende il lavoro di tutti, Signor Procuratore! “La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna ma soltanto distruggitrice”, ammoniva il filosofo di Pescasseroli, Benedetto Croce. Dunque SPERANZA, LAVORO E CORAGGIO per continuare il nostro percorso sulla scia della nostra migliore storia che la Camera di Commercio di Foggia racconta, pagina dopo pagina, nel volume che abbiamo pubblicato per mettere un punto fermo tra verità e mezze verità. Vedete, nel nostro impegno quotidiano abbiamo speso, con il cuore e la ragione, le nostre energie per continuare sulla strada intrapresa. Vi assicuro che non è stato facile. Ma grazie al tracciato dei miei predecessori che qui ringrazio, siamo riusciti a conseguire lusinghieri risultati che offriamo alla nostra comunità come semplici servitori di un’idea che portiamo nell’animo. Grazie ad Albertino Cicolella, Luigi Lepri, Eliseo Zanasi e Fabio Porreca.E per questo sento di dover ringraziare, con il segretario generale, Lorella Palladino, tutta la tecnostruttura camerale. Il loro contributo è stato di una professionalità generosa e limpida, un esempio di servizio, di dedizione, fatemi dire, grazie al quale la Camera di Commercio di Foggia può andare a testa alta. Ringrazio il Consiglio e la Giunta Camerale. Un sostegno costante e lodevole che mi ha confortato molto in ogni momento. Concludo, non senza ringraziarvi, con una riflessione che ho trovato molto pertinente per questa nostra giornata. È di Giovanni Falcone. “Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere”. Noi continueremo a farlo. Grazie.’

Damiano Gelsomino

Presidente Camera di Commercio di Foggia 

Presidente Union Camere Puglia

 

da sinistra_ il prof. Federico Pirro, il presidente nazionale di Union Camere Michele Prete, il presidente Damiano Gelsomino, il giornalista Micky dè Finis e il segretario generale dell’Ente, Lorella Palladino

da sinistra_ il prof. Federico Pirro, il presidente nazionale di Union Camere Michele Prete, il presidente Damiano Gelsomino, il giornalista Micky dè Finis e il segretario generale dell’Ente, Lorella Palladino

 

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