DICIAMO subito che non centra n’è la politica né tanto meno l’amministrazione del comune di Manfredonia. Gianni Rotice è stato rinviato a giudizio, assieme ad altre tre persone, con l’accusa di omicidio colposo di un dipendente dell’impresa di cui è titolare. Probabilmente le cose, almeno sotto l’aspetto formale, non cambiano, ma è pur sempre un ulteriore inciampo nella discussa, chiacchierata e tormentata attività politica dell’l’imprenditore edile da quando è approdato a Palazzo San Domenico, a seguito delle votazioni amministrative del novembre 2021, le prime dopo lo scioglimento dell’amministrazione comunale per ingerenze mafiose e il conseguente periodo di gestione commissariale straordinaria.
I FATTI risalgono al 9 agosto 2021 in un cantiere aperto dalla “Gianni Rotice srl” di Manfredonia con socio unico l’ingegnere Gianni Rotice, in località Le Matine di San Giovanni Rotondo per l’esecuzione di opere idrauliche commissionate dal Consorzio di bonifica montana del Gargano. Nel corso dei lavori l’operaio 47enne Alessandro Rosciano rimase ucciso schiacciato da una pesante lastra d’acciaio. Una tragedia sul lavoro che destò grande risonanza per gli aspetti inerenti alla sicurezza sul lavoro. La Magistratura aprì un fascicolo che si è concluso con il rinvio a giudizio di Gianni Rotice e gli addetti ai lavori Raffaele Cagnozzi 69 anni di San Ferdinando di Puglia, Paolo Leone 58 anni di Manfredonia, Davide Martella 40 anni di Manfredonia. Numerosi i reati dei quali devono rispondere i rinviati a giudizio nell’udienza preliminare di camera di consiglio fissata per il 24 ottobre 2023 presso il Tribunale di Foggia, il più grave dei quali è quello previsto dall’art. 589 del CP. di omicidio colposo.
NEL COLLEGIO di difesa di Rotice compaiono due nomi che in qualche modo rimandano alla politica amministrativa: Gaetano Prencipe e Stefano Pecorella. Prencipe è consigliere comunale di opposizione che però ha rimesso il mandato già al tempo delle elezioni; mentre Pecorella già capo di gabinetto del sindaco Rotice poi estromesso per incompatibilità, ma in gran giudicato per succedere ai due assessori ai lavori pubblici che hanno dovuto lasciare l’incarico per ragioni varie. Rotice è difeso dall’avvocato Gianluca Ursitti, Stefano Pecorella difende Cagnazzi, Martella e Gianni Rotice Srl; Leone è difeso dall’avvocato Gabriele Esposto. La difesa delle persone offese: Matteo Rosciano, padre della vittima, Giuseppina Bisceglia, madre, Annalisa Rosciano, sorella, è sostenuta dall’avvocato Pierpaolo Fischetti.
L’EPILOGO come fin qui configurato di una vicenda giudiziaria penosa della quale non è dato immaginare quale sarà la conclusione, ha naturalmente colpito trasversalmente il mondo politico e sociale della città già alle prese con non poche difficoltà e problemi che destano preoccupazioni. Al di là degli esiti giudiziari, nei vari ambienti cittadini non si sottacciono gli aspetti sensibili che possono in qualche modo influenzare l’attività di governo della città travagliata da continue polemiche e incidenti di percorso evidenziate dalla cronaca e dai social, che hanno posto la coalizione di governo su una graticola scoppiettante.
Michele Apollonio