Giovedì 21 Novembre 2024

Il funaio ieri e oggi, un antico mestiere legato al mare

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Gaetano Caputo, nonno di Gaetano negli anni ’70

In una città come la nostra legata al mare e alle attività correlate, tra gli artigiani non potevano mancare i funai. Se diamo uno sguardo alle barche da pesca sul porto oppure alle barche a vela del porto turistico ci accorgeremo che utilizzano corde di ogni misura. A bordo di una barca a vela, per esempio, corda è il termine generico che descrive il materiale utilizzato per realizzare le cime, ma ogni singola cima ha un nome speciale per descrivere il lavoro che svolge: armo verticale, cime da ormeggio, armamento di marcia, fino ad arrivare a nomi bizzarri come scotte o drizze. Ogni corda ha una dimensione differente a seconda del suo utilizzo. Ne esistono di sottilissime come di grossissime, molte ormai sono d’acciaio, ma tante sono ancora di fibra. A Manfredonia abbiamo un’azienda che raccoglie l’eredità di quattro generazioni di funai, la F.lli Caputo srl, costituita nel 2009, che porta avanti la tradizione della lavorazione delle funi. Un tempo le fibre con cui le funi venivano realizzate erano tutte naturali: il cotone, la canapa, il cocco e la sisal prodotta dalle foglie dell’agave messicana. Oggi sono prevalentemente sintetiche, come il nylon, il poliestere, la poliammide e il polipropilene. Un tempo la lavorazione veniva svolta prevalentemente a mano con il solo aiuto di una ruota in legno, azionata con la forza delle braccia. Le corde venivano realizzate all’aperto su piste in terra battuta, con macchine rudimentali ad energia umana. La famiglia Caputo lavorava in via Ettore Fieramosca, nei pressi dello stadio Miramare. Oggi si lavora al coperto e le funi vengono prodotte da macchine. Grazie all’evoluzione della tecnologia, l’azienda dispone di macchinari come trecciatrici, cordatrici, spolatrici, roccatrici e torcitoi, che permettono di realizzare un prodotto sempre più elaborato, destinato alla pesca professionale, la mitilicoltura, la nautica, l’agricoltura, l’edilizia e la ferramenta. Anche se gli usi delle funi sono vari, la produzione manfredoniana della famiglia Caputo è fortemente legata alla tradizione e alla nostra cultura marinara. Tramandare alle nuove generazioni l’arte del mestiere di funaio, soprattutto come forma di conoscenza delle proprie radici è molto importante per il valore insito nella cultura del lavoro.

Mariantonietta Di Sabato

Da sinistra, Gaetano Caputo e i suoi figli: Andrea, Marco, Michele e Dario.

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