I TITOLARI di concessioni balneari avranno due anni di tempo per adeguare lo stato dei luoghi delle rispettive strutture balneari a quanto previsto dal Piano comunale delle coste. Lo ha stabilito il consiglio comunale che ha visto protagonista l’opposizione che non solo ha proposto un emendamento che ha reso leggibile e legittima la delibera definita dal consigliere Francesco Schiavone “pasticciata”, ma ne ha consentito l’approvazione rimanendo responsabilmente in aula per sopperire alle assenze nelle fila della maggioranza e dunque garantire il numero legale.
«ANCORA una volta abbiamo dimostrato non solo di saper affrontare nel merito la sostanza dei problemi, ma di saperli governare razionalmente assicurando la loro efficacia» ha stigmatizzato Schiavone a nome dei colleghi di minoranza, richiamando «i messaggi virulenti lanciati dalla coalizione di maggioranza contro i consiglieri di minoranza indicati come “detrattori” dei balneari accorsi per assistere al nostro annunciato dileggio mentre hanno costatato tutto il contrario. Un ennesimo fragoroso autogol del sindaco Rotice e compagnia».
A DETERMINARE la svolta nell’approvazione della delibera portata peraltro in consiglio nello stesso giorno della sua scadenza, l’emendamento preparato e illustrato dal consigliere di “Molo 21” Gaetano Prencipe che in questa occasione è ricorso alla sua esperienza di legale per mettere a punto un provvedimento che richiama tutto il complesso iter sancito dalle disposizioni regionali, nazionali ed europee. Alla base della questione c’è l’osservanza della cosiddetta “Direttiva Bolkestein”, un atto approvato dalla Commissione europea nel 2006 con l’obiettivo di favorire la libera circolazione dei servizi che obbliga gli Stati membri a liberalizzare le spiagge pubbliche aprendole alla concorrenza di mercato, favorendo così l’erogazione di servizi migliori per gli utenti. Un settore che nel tempo è cresciuto senza regole e limiti spesso a danno del rispetto delle bellezze naturali. Esempio Siponto, per rimanere nell’ambito locale,
UNA QUESTONE di grande valenza economica che i vari Governi italiani hanno sempre evitato di affrontare affidandosi alle proroghe. La Commissione europea ha drasticamente chiusa la questione dando a Roma l’ultimatum ad allinearsi alla “Direttiva Bolkestein”. Con la delibera approvata si è stato fissato il termine ai titolari delle concessioni balneari marittime entro il quale adeguare le strutture al Piano comunale delle coste.
«SI È DATO mandato alla Giunta comunale – ha spiegato Prencipe – di sollecitare l’Ufficio Demanio e gli altri uffici comunali preposti, a completare sia le verifiche e le altre attività necessarie e propedeutiche, sia per mettere in condizione i concessionari di adeguare lo stato dei luoghi a quanto previsto dalle Norme Tecniche Attuative del Piano Comunale delle Coste, in termini di sostituzione di opere di difficile rimozione in opere amovibili, di recinzioni da rimuovere, di accessi da rendere pubblici, di barriere architettoniche da eliminare e di realizzazioni di corridoi di libero accesso al mare; e sia quelle necessarie per stabilire correttamente la valenza turistica da attribuire ai vari tratti di litorale interessati, recuperando il ritardo finora accumulato. Siamo andati incontro – ha esplicitato – alle legittime istanze degli operatori ai quali riconosciamo un ruolo strategico per lo sviluppo turistico del nostro territorio».
Michele Apollonio