È TORNATO a risplendere nei suoi colori sfavillanti come impressi dall’autore, il pittore catanese Salvo Caramagno, il grande murales dedicato a re Manfredi ritratto nel momento storico di scegliere la località dove trasferire l’ormai diruta Siponto per dare vita alla nuova città che dal suo nome è Manfredonia. La suggestiva ed esplicativa rappresentazione di un evento storico, campeggia su una parete che si affaccia sulla Piazzetta mercato, esposta per gran parte del giorno ai raggi solari. Una condizione non certo favorevole per la tenuta dei colori. E infatti il tempo l’aveva rovinata in più parti e si imponeva necessario un intervento di restauro per evitare di perderli del tutto. Già da qualche anno il murales aveva palesato dei cedimenti preoccupanti e si aspettava che le civiche autorità rappresentanti la Città, provvedessero «se non altro a ragione delle tasse che paghiamo» è uno dei commenti. Una pia attesa andata delusa fino a qualche settimana fa allorquando la parete è stata coperta dal ponteggio di sostegno ai lavori di restauro. «Finalmente si son decisi» è stata l’osservazione di sollievo generale. Quel murale lacerato era diventato l’emblema dell’attuale stato della città.
IL MURALE dedicato al fondatore della città è tornato a raccontare nei suoi colori brillanti la storia della nascita della città. La cura di restauro affidata alla nota restauratrice manfredoniana Raffaella Fariello che abilmente è riuscita a “salvare” una immagine «effettivamente molto danneggiata» ha rilevato; «siamo intervenuti appena in tempo» ha aggiunto. Una operazione di restyling urbano che ha svelato un piccolo giallo. A commissionare l’intervento alla Fariello, non è stata, come si riteneva, la civica amministrazione, bensì un privato cittadino che siede in consiglio comunale nei banchi della opposizione ed è presidente della Pro loco locale, che risponde al nome di Francesco Schiavone che non ha rilasciato dichiarazioni in merito.
IL GRANDE MURALES di re Manfredi non è l’unico che Caramagno ha dipinto a Manfredonia: ce n’è un altro sul Lungomare per Siponto dedicato ai pescatori anch’esso bisognevole di un deciso restauro se lo si vuole conservare con decoro. DI muri dipinti con motivi locali il pittore siciliano ne ha lasciati oltre che a Manfredonia, a Mattinata, Vieste: è molto noto e apprezzato nelle gallerie d’arte, per quel suo personalissimo stile “Naif” con figure dai lineamenti esuberanti. Una prestigiosa presenza i suoi dipinti che andrebbe ben tutelata. Purtroppo ci sono altre preziosità artistiche-storiche che attendono di essere opportunamente protette. Fra questi gli affreschi della Cappella della Maddalena tra i quali il raro Albero di Jasse, ovvero l’albero genealogico di Gesù. Per l’intero complesso della Capella, eccellenza storica-architettonica risalente al tempo di Manfredi, c’è un progetto di restauro necessario per la sua conservazione con relativo finanziamento. A che punto è?
PER QUESTI interventi i privati cittadini non possono far nulla: già fanno molto per interventi di minuta ma essenziale manutenzione cittadina. Un esercizio molto diffuso stante i molti ringraziamenti che il sindaco Rotice si affretta a distribuire platealmente ad ogni opera dei cittadini che continuano a protestare per le tante cose che non vanno a cominciare da quelle per le quali occorrerebbe una semplice programmazione dei servizi. La gente ci mette del proprio in termini di lavoro e spesso anche di denaro spinta dall’esigenza di eliminare gli obbrobri. Una pratica che non può reggere.
Michele Apollonio