Secondo una vecchia (e puerile) tecnica di difesa, quando si è in difficoltà e non si hanno argomenti validi per contrastare l’evidenza dei fatti, occorre buttarla in caciara, creando a bella posta confusione.
È quello che sta accadendo in questi giorni a Manfredonia, in una scena che vede ancora una volta come protagonista il Sindaco, ben coadiuvato dal suo devoto scrivano.
Un’assessora è costretta a dare le dimissioni dopo essere stata scoperta da una nota trasmissione televisiva a vivere in una villa abusiva di Siponto, su cui pende un’ordinanza comunale di demolizione, e lui che fa? Invece di interrogarsi se fosse stato o meno opportuno nominarla assessore, sapendo di tale sua situazione abitativa (per non parlare dell’assenza di altri requisiti normalmente richiesti per rivestire tale incarico), il sindaco Rotice, che, a parole, fa della legalità e della lotta all’abusivismo il suo cavallo di battaglia, ha iniziato una caccia alle streghe per scoprire chi ha segnalato la vicenda dell’abuso alla trasmissione televisiva, puntando il dito su ex amministratori che a suo dire per altre vicende personali avrebbero dovuto in passato dimettersi dalla carica.
Tra l’altro, Rotice e il suo scrivano sono così accecati dall’odio personale che non si rendono conto di accusare altri di qualcosa che invece riguarda loro in primis, avendo nella maggioranza un Consigliere rinviato a giudizio e addirittura (cosa mai accaduta a nessun rappresentante politico del passato) accusato di associazione mafiosa.
Al di là del modo puerile di difendere l’indifendibile (tentando di creare confusione, senza peraltro riuscirci, nei cittadini che, con stupore e indignazione, seguono attentamente ciò che sta accadendo e reclamano giustizia), per noi dell’opposizione è inaccettabile che un Sindaco, anziché preoccuparsi di difendere l’immagine della città e ripristinare la fiducia dei cittadini nell’istituzione comunale, messa ancora una volta a repentaglio dal suo operato, se la prenda con la trasmissione “Fuori dal coro” (che si è però guardato dal criticare quando qualche mese fa sotto i riflettori delle stesse telecamere erano finiti dei comuni mortali) e vada alla ricerca di chi possa aver segnalato la vicenda dell’ormai ex assessore invece di condannare l’abusivismo stesso.
Il sindaco Rotice, anziché mandare invettive all’indirizzo dei suoi ex amici ed oggi avversari politici, cercando di creare sterili polemiche pur di distrarre la cittadinanza, farebbe meglio a riflettere seriamente sull’inadeguatezza della sua amministrazione e a dimettersi, permettendo alla città di avere un rappresentante all’altezza delle sue esigenze.
La politica non dovrebbe essere una competizione per vedere chi può stupire di più la folla denigrando l’avversario, ma piuttosto una missione per servire gli interessi della comunità. E a quanto pare questo Rotice e la sua cricca non lo hanno ancora compreso.
I Consiglieri di Minoranza
Massimo Ciuffreda
Raffaele Fatone
Giulia Fresca
Michele Iacoviello
Gaetano Prencipe
Francesco Schiavone
Gianluca Totaro
Maria Teresa Valente
Mariarita Valentino