Giovedì 26 Dicembre 2024

Il porto c’è ma arranca

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ANCHE il porto di Manfredonia ha contribuito a raggiungere, nel primo trimestre dell’anno, nell’ambito del Sistema portuale dell’Adriatico meridionale che comprende i porti di Bari, Brindisi, Monopoli, Manfredonia, Barletta e Termoli, le mille navi arrivate e i cinque milioni di tonnellate di merci. Nessun contributo ha invece offerto al movimento croceristico schizzato nel Sistema a più 660 per cento. Complessivamente il Sistema ha registrato un +33 percentuale rispetto alle proprie migliori prestazioni.

«I DATI statistici – commenta il presidente di AdSPMAM Ugo Patroni Griffi – sono un inequivocabile algoritmo che ci indica, con sequenze e regole operative, la strada da percorrere. E la strada è una sola: una efficiente ed efficace infrastrutturazione degli scali. I traffici aumentano se aumenta la dotazione infrastrutturale. Proprio per questo stiamo lavorando pancia a terra per realizzare tutte le opere che abbiamo progettato, molte delle quali finanziate con i fondi del PNNR. Sono questi i principali cardini sui quali si poggia lo sviluppo dei traffici, dei porti del nostro Sistema e dei territori ad essi connessi, per i prossimi anni».

SCENDENDO nell’analisi dei movimenti nei singoli porti, per quello di Manfredonia «snodo funzionale ed epicentro commerciale del traffico merci nel Tavoliere della Puglia», Patroni Griffi annota come nel primo trimestre dell’anno sono state registrate già 50 toccate nave, il +40%circa rispetto allo scorso anno. Significativo incremento anche del traffico merci totale, oltre 169mila tonnellate movimentate che significa il +27% circa rispetto al 2022. Tra le merci, sono le rinfuse solide (Grano) a registrare un aumento più che significativo: +38%, segnale inconfondibile della ripresa a regime delle attività del “Granaio d’Italia”, il territorio foggiano e sipontino.

NUMERI indubbiamente gratificanti che attestano gli incrementati movimenti portuali che tuttavia sono ancora al di sotto degli standards espressi in anni addietro dalla struttura, come rivelano i numeri assoluti del tonnellaggio movimentato. Praticamente a zero il traffico croceristico (ben diverso dal collegamento per Tremiti). Il problema è a terra. È

Stato detto e scritto a chiare lettere che le compagnie di navigazione croceristica non toccano Manfredonia perché non c’è appeal a terra. E qui entra il discorso abusato nella terminologia, ma scarso nei contenuti operativi, riguardante il turismo che non si fa, come per le nozze, con i fichisecchi.

C’È MOLTO da fare anche sul versante portuale, grande risorsa economica snobbata clamorosamente. Occorrono politiche che rilancino non solo il porto industriale ma anche quello “storico”. L’autorità portuale sta lavorando in tal senso con il programma di rifunzionalizzazione del bacino alti fondali, un intervento imponente da 120 milioni di euro (i bandi di gara sono stati emessi; nei giorni scorsi c’è stato un sopralluogo sullo stato di conservazione delle palafitte del molo). Ma evidentemente non basta. L’autority portuale non fa marketing che spetta a ben altri ambiti. Manfredonia con ben due aree industriali, un largo programma ZES non riesce a dare concretezza alle sue notevoli potenzialità. Una componente straordinaria dell’economia non solo locale pressoché ignorata.

  Michele Apollonio

 

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