La centralità dell’agricoltura per serie e durature politiche di sviluppo del territorio è un dato acclarato che sarà ancora più efficace se sapremo accompagnare le nuove generazioni in percorsi di innovazione, tanto di prodotto che di processo, idonei a coniugare al meglio nuove tecnologie, capacità di stare sui mercati e sostenibilità ambientale.
Con queste premesse Confagricoltura Foggia ha incontrato questa mattina il Rettore eletto dell’Università degli Studi di Foggia, il prof. Lorenzo Lo Muzio per concordare con lui forme concrete di collaborazione in grado di sostenere in modo efficace queste nuove esigenze delle aziende del territorio.
Un incontro cordiale e propositivo nel quale si è fatto il punto della situazione con la volontà di rilanciare gli accordi e le intese già sottoscritte e trovare nuove forme di collaborazione a vantaggio del settore primario.
Per Filippo Schiavone, presidente provinciale dell’associazione di categoria e componente della Giunta nazionale con delega alla formazione ed all’innovazione: “la formazione e la creazione di nuove professionalità è uno dei due pilastri su cui costruire uno sviluppo consono alle grandi potenzialità che l’agricoltura di Capitanata è in grado di generare. L’altro, che grava principalmente sulle imprese ma su sui l’Università può dare un grande aiuto, è relativo al cambio di passo e di mentalità che porti il territorio a lavorare di squadra, sostenendo gli investimenti in infrastrutture e nuove tecnologie per il settore, funzionali ad accrescere la dimensione aziendale e ad offrire nuove e qualificate opportunità di lavoro ai giovani del territorio.
Il mondo agricolo foggiano, spesso a torto accusato di conservatorismo – rimarca il presidente di Confagricoltura Foggia – è pronto a mettersi in gioco per svolgere un ruolo trainante per il sistema economico nel suo complesso, grazie alle tante eccellenze che la nostra agricoltura produce. Per questo ho proposto al prof. Lo Muzio un percorso comune e interdisciplinare, con il coinvolgimento di diverse facoltà, in grado di generare valore per le colture tipiche e pregiate, a partire dalla cerealicoltura. Un percorso sperimentale che fornisca competenze tecnico-scientifiche, gestionali e finanziarie ad un settore che già oggi, con la sua intera filiera, rappresenta un fiore all’occhiello per la provincia di Foggia a livello europeo.
Abbiamo bisogno di una nuova consapevolezza in grado di esaltare le capacità produttive delle nostre grandi aree coltivate. Una esigenza non più rinviabile perché l’agricoltura come hobby – conclude Schiavone – è un lusso che la provincia di Foggia non può più permettersi se vuole avere una reale opportunità di crescita sociale ed economica”.