L’unica proposta avanzata è quello di una cooperativa
PER LO STABILIMENTO DOpla ma ancor più per i 67 dipendenti, la decisione per la svolta è arrivata. Non ci sono ventagli di scelte. Ma quella rimasta è una sola. Una scelta a senso unico. Su un binario tronco: o va in porto o…
LA SOLUZIONE sulla quale pare convergano un po’ tutti, è quella della costituzione di una cooperativa. Se n’è parlato sin dal primo momento di questa vertenza-capestro intavolata dalla proprietà trevigiana della Dopla: trasferimento a Treviso delle macchine per la lavorazione della carta assieme ai quindici operatori, o fallimento. Una proposta risolutamente respinta dai lavoratori decisi a salvaguardare il lavoro ma anche la dignità di lavoratori. Questa vicenda ha rivelato da subito come su tutti i notevoli aspetti, dai sindacali ai politici, emergevano e si imponevano le motivazioni morali.
MA A QUANTO pare, esigenze di campanile regionale e interessi economici, hanno il sopravvento. Sventato anche un tentativo di speculazione. Non è rimasto che il “fai da te”. Ovverosia la cooperativa. La proposta è stata formalizzata ufficialmente dinanzi ai cancelli dell’azienda, alla presenza delle maestranze, dal sindaco di Manfredonia Gianni Rotice col quale erano Leo Caroli, presidente della Task force per il lavoro della Regione Puglia, e Carmelo Rollo, presidente della Legacoop Puglia. Una cooperativa cui dovrebbe aderire «una cordata di soci fondatori da affiancare ai lavoratori per far riprendere e mantenere la produttività dello stabilimento e i posti di lavoro» ha detto Rotice, il quale, annunciando la sua immediata adesione personale, ha lanciato un appello agli imprenditori del territorio invitandoli a partecipare all’operazione.
L’IDEA COOPERATIVA, anche perché l’unica, ha incontrato il favore generale. Ma tra il dire, l’appoggiare e il fare, c’è di mezzo un mare di considerazioni e circostanze da tenere presente e superare per arrivare alla conclusione. «Occorre tentare tutti i mezzi legali per raggiungere l’obiettivo» incoraggia il consigliere comunale Massimo Ciuffreda. E il consigliere Raffaele Fatone fa menzione dei rischi che l’operazione comporta. «Una operazione che deve fare i conti con il concordato semplificato all’esame del Tribunale di Treviso» fa presente Gaetano Prencipe che definisce «encomiabile la disponibilità dei lavoratori a trasformare il loro trattamento di fine rapporto in capitale di rischio. Ma non basta: oltre alla Regione Puglia e alla Lega Cooperative che certamente interverrebbero a dare man forte al progetto, occorro soci sovventori che apportino capitali freschi tali da assicurare alla nascente azienda una autonomia ed una struttura manageriale adeguata ad affrontare la fase start-up e quote di mercato tali da remunerare lo sforzo produttivo. L’idea – rileva – è complessa, rischiosa e coraggiosa. Se però è questa oggi l’unica alternativa alla chiusura, occorre provarci seriamente e fino in fondo».
UNA VICENDA composita, con numerosi fattori in gioco, interessi variegati e spesso contrapposti. I diretti interessati riflettono. «Con l’aiuto di tecnici messici a disposizione dalla Legacoop – rivela Luigi Libergolis della Cgil – stiamo valutando i vari aspetti di un progetto dal quale dipenderà il nostro futuro».
Michele Apollonio