La notizia della dipartita di Matteo Piemontese ha subito fatto il giro del Paese e popolando subito i social di post di stima, di riconoscenza e di amore di tutti quelli che, negli ultimi venticinque anni hanno avuto la possibilità di “tirare dei calci ad un pallone” grazie alla dedizione e alla disponibilità di “nonno Matteo” come lo chiamava qualcuno. Tassista a Milano, ma sempre legato a Manfredonia che ritrovava nelle vacanze estive con la sua auto gialla. Nel capoluogo lombardo è cominciata la sua passione per i tornei e per i più giovani guadagnandosi considerazione e premi anche da società blasonate. Frequenti anche i rapporti con calciatori importanti di Milan ed Inter. Nel 1990 dopo aver assolto ai compiti a lui affidati in occasione di Italia90, giunto alla pensione, con l’amata moglie, Carmela, decide di tornare in riva al golfo per mettere a disposizione dei ragazzi tutta l’esperienza maturata a Milano. Dalla Lombardia non sono mai mancate le forniture di maglie e pantaloncini che regolarmente regalava ai ragazzi e alle squadre che non potevano permettersele. Ai suoi tornei, organizzati sempre con molta attenzione, partecipavano in primis i “non tesserati”, quelli che le società locali non ritenevano all’altezza dei campionati svolti. Lui sosteneva che “tutti i ragazzi devono giocare”. Il torneo InterParrocchiale è diventata una istituzione con Matteo Piemontese accompagnato dai parroci e da Giuseppe Di Vito Francesco, uno dei collaboratori a lui più vicini fino agli ultimi giorni. Impossibile raccogliere tutti commenti e i post pubblicati sui social: “Grazie di tutto! Se lo sport è parte attiva della mia vita é soprattutto grazie a te. Buon viaggio PRESIDENTE, ora lassù ne hai di calciatori per organizzare i tuoi tornei” ha pubblicato Vincenzo La Tosa.
di Antonio Baldassarre