Spesso sentiamo dire che i giovani italiani leggono poco e scrivono ancora meno. Recenti analisi di “Ioleggoperché” hanno rivelato che in alcune regioni italiane oltre il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni non legge neanche un libro all’anno. Fortunatamente, supportati dalle numerose iniziative scolastiche promosse negli ultimi anni, non mancano, anche nella nostra città, ragazzi e ragazze che fanno della lettura e della scrittura una vera e propria passione. È il caso di Annachiara Totaro, giovane 13enne di Manfredonia che recentemente si è distinta nel concorso “Piccoli giornalisti crescono”, promosso dal giornale studentesco online “Il SottoSopra”. Il concorso è rivolto agli studenti delle classi terze delle scuole secondarie di I grado, è patrocinato dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia. Organizzato in collaborazione con la testata giornalistica Foggia Città Aperta, il concorso è finalizzato ad avvicinare i giovani al giornalismo e all’arte del raccontare i fatti quotidiani, tramite l’attività di scrittura, per favorire la formazione e lo sviluppo delle coscienze. Di seguito vi proponiamo alcuni passi dell’articolo della giovane studentessa della “Giordani”. “Il mondo è ricco di piccole meraviglie che ci circondano, meraviglie donate dalla natura che noi non siamo sempre in grado di riconoscere. La competizione, l’invidia, il lavoro, i social ci annebbiano la vista, oscurando l’importanza dei piccoli gesti quotidiani. Staccandomi dalla vita di tutti i giorni, ho provato a guardare con occhi diversi quello che prima mi sembrava banale o per lo meno normale. In particolare mi ha colpita la semplicità di alcuni anziani ritrovati in villa. I loro racconti mi hanno riempito il cuore di una gioia semplice e primitiva: narravano di dolori passati, povertà, lavoro, ma anche di semplici gioie. Con orgoglio ma anche con goffaggine qualcuno mostrava la foto del nipotino. La loro vita fatta ormai di ricordi rappresenta la consapevolezza di cosa significa vivere a pieno, vivere duramente, lottare per vivere. Involontariamente loro mi hanno fatto riflettere su quante cose sono per noi, giovani di oggi, scontate e superficiali. Questi anziani hanno vissuto in un’epoca più difficile della nostra, eppure ne sono sopravvissuti e ad oggi raccontano con fierezza le loro storie del passato. Incontrarli mi ha donato speranza, perché forse abbiamo ancora una possibilità: abbandonare il mondo dell’immagine e capire che la vita non è una corsa alla superiorità, che siamo tutti uguali indipendentemente dal prestigio che abbiamo nella società. Se ci fermiamo un attimo a guardare il mondo con occhi diversi potremmo prestare ascolto a cose semplici, banali e magari emozionarci solo al cinguettare di un uccellino. Io credo che a settant’anni noi tutti preferiremmo essere orgogliosi di aver vissuto davvero e non rimpiangere il tempo che abbiamo sprecato rincorrendo falsi miti”.
di Giovanni Gatta