«PROBABILMENTE se stessimo noi della coalizione che regge il governo della città votata dai cittadini, ci comporteremmo come fa l’opposizione» polemizza il sindaco Gianni Rotice che traccia «una “fotografia” della situazione che abbiamo trovato di Manfredonia che in gran parte continua a condizionare l’azione dell’amministrazione».
L’ELENCO è nutrito e non esaustivo, manca qualsiasi riferimento alla ripresa e resilienza. Inizia dal condizionamento di base il «Piano di riequilibrio finanziario decennale (debiti ereditati): 14,4 milioni di euro sino al 2028 (2,4 milioni di euro all’anno), 8,3 milioni di euro di mutui contratti; Comune sciolto per infiltrazioni mafiose e diffuso abusivismo (edilizio, commerciale); Contratto parcheggi firmato dai Commissari a novembre 2021 tre giorni prima dall’insediamento del nuovo sindaco e calibrato solo sul rientro di cassa (con determinazione tariffe al massimo) senza tener conto delle esigenze dei cittadini; Un centinaio di LSU precari (ed altrettante famiglie) stabilizzati in extremis dopo 26 anni; Elevata evasione e mancanza di riscossione (vedasi questione 1 milione di euro di royalties recuperati delle società energie rinnovabili che non avevano mai versato in precedenza); Elevata tassazione per attività commerciali (come l’aver triplicato l’occupazione suolo pubblico); Ase senza piano industriale e mancanza di servizio adeguato per la città; Urbanizzazioni non completate in alcuni Comparti CA e zona industriale; Energas con iter tecnico definito; Emergenza abitativa e progetto nuovi alloggi ARCA fermo da più di dieci anni; Pianta organica ridotta e sottodimensionata (da circa 300 unità a tempo pieno ce ne sono poco più di 100); Impossibilità di far alcun tipo di investimento e spesa (anche manutenzione strade e verde, edilizia scolastica, programmazione cultura, eventi e valorizzazione turistica), se non attraverso l’aggiudicazione di bandi e finanziamenti; Città ed Amministrazione isolate rispetto alle altre Istituzioni per mancanza di dialogo ed assente dalle principali dinamiche di sviluppo; Diffuso disagio socio-economico nella popolazione (erogati più di 1 milione di euro dai Servizi Sociali per le povertà: buoni spesa, buoni affitto, buoni bollette) e poca attenzione alle disabilità; Investimenti e progettualità di pubblica utilità fermi».
UNA FOTOGRAFIA in bianco e nero, più nero che bianco, impietosa ma realistica di una città che soffre, bloccata sulle sue criticità, che non riesce a uscire da una impasse che la sta bruciando al di là di quelle manifestazioni improvvisate che non aggiungono nulla ad una realtà che preoccupa. «Ce ne rendiamo conto – rileva Rotice – e siamo consapevoli dell’arduo compito che ci siamo assunti e che stiamo cercando di portare avanti per sovvertire una situazione che viene da lontano. Occorre tempo, in questo poco più di un anno di governo abbiamo pensato a fissare i puntelli dai quali ripartire. I nostri impegni elettorali non li abbiamo dimenticati e cerchiamo di realizzarli confidando anche nella comprensione della opposizione consiliare e dei cittadini».
Michele Apollonio