IL CONSIGLIO comunale ha approvato il bilancio di previsione finanziario per il triennio 2023-2025 del Comune di Manfredonia. 13 a 6 è il risultato numerico della votazione, su 19 presenti in aula, dove tredici sono i voti dei consiglieri di maggioranza e 6 quelli dei consiglieri di opposizione. Numeri che esprimono la netta contrapposizione fra i due schieramenti e soprattutto nei confronti della giunta Rotice che ha mostrato tutti i suoi limiti in termini di padronanza della situazione, di capacità organizzativa del lavoro di una amministrazione della città oggettivamente difficile, complicata, complessa e dunque nelle prospettive del territorio. Una situazione ben nota, ripetutamente manifestata, ma che, a quanto è stato rilevato in aula, non è stata supportata con le opportune dovute misure anche in termini di professionalità dei responsabili dei singoli settori i quali si sono limitati a fare il possibile.
UN “POSSIBILE” di sussistenza non sufficiente a risollevare le sorti di una condizione della città obiettivamente precipitata ai più bassi livelli immaginabili certificati da quel Piano di riequilibrio finanziario ordinato dalla Corte dei conti conseguenza del mai abbastanza deprecato scioglimento dell’amministrazione in carica per infiltrazioni mafiose. Un passato che a quanto pare incombe, richiamato dalla attuale compagine di governo a guida Gianni Rotice accusata di aver fatto abbondante e ripetuto “copia e incolla” degli atti espressi per l’appunto da quella amministrazione sciolta ripetutamente screditata dall’attuale maggioranza «infarcita – ha ricordato Valente – di assessori provenienti da quelle fila».
UN COPIA-INCOLLA al punto di aver riprodotto nelle delibere presentate in consiglio, oltre ai testi, anche i nomi dei consiglieri di quella passata amministrazione sciolta. Un disguido telematico, è stata la giustificazione che non ha eliminato le ombre sugli atti correnti.
L’ASSESSORA Antonia Lauriola ha dichiarato di aver «centrato gli obiettivi riducendo il disavanzo, la crisi di liquidità del passato, non si è fatto ricorso alle anticipazioni di cassa e di tesoreria». Una situazione che non si traduce (Ciuffreda, Schiavone) in alcun beneficio per la città e i cittadini sempre più tartassati e per sopperire alla carenza di personale: non si sono utilizzati neanche i fiondi del PNRR (Valente) per nuove assunzioni.
E A FRONTE della affermazione del sindaco Rotice per il quale «nonostante tutto sono state gettate le basi per una previsione di ripresa amministrativa», si sono levate le pesanti obiezioni dei consiglieri di minoranza intervenuti a raffica, che hanno richiamato ad esempio deplorevole, l’elenco delle opere pubbliche lette pedissequamente dalla neo assessora al ramo. Una copia (Fatone, Valente) di quella presentata l’anno scorso prive di una qualsiasi progettazione. L’unica novità è che dal valore di 60miloni di euro si è passati a cento milioni di euro. Si tratta di 51 opere che, ha osservato Gaetano Prencipe, se fossero realizzate cambierebbero la città da così a così, ma rimangono in sterile standby. L’unica opera avviata è quella relativa alle strade grazie al programma di un milione e mezzo di euro “strada per strada” varato dalla Regione Puglia. La visione ricavata è quella di una città ingessata, in standby in attesa non si sa di cosa.
Michele Apollonio