Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
sento più che mai in questa Pasqua 2023 di continuare ad annunciarvi e ripetervi, quale vostro fratello maggiore, l’annuncio apostolico: Cristo è Risorto! E’ Lui il Signore che ha vinto, vince e vincerà sempre la morte!
Da ormai più di un anno nelle terre orientali d’Europa e da molto più di un anno in tante altre regioni del mondo, la guerra nefasta, terribile, illogica, autentica bestemmia contro Dio e l’umanità (Sua immagine) sta sconvolgendo la vita di tanti nostri fratelli ed anche la nostra. E come se non bastasse, la guerra, già per sé stessa illogica e demoniaca, viene sostenuta da diffuse propagande che si vestono di falsa solidarietà. Noi cristiani, davanti alla guerra non possiamo tacere, restare inermi od essere neutrali: per i discepoli del Risorto, “chiamati figli di Dio”, non ci può essere neutralità davanti alla guerra, ma solo “operazioni di Pace” (Mt 5, 9). Anche se è vero che chi aggredisce ha sempre torto ed agisce da criminale; è altrettanto vero che chi deve custodire l’aggredito, e non l’ho fa, chi insegue guadagni dalla fornitura di armi e investe fiumi di danaro nella guerra anziché nella risoluzione delle miserie di tanti fratelli del sud del mondo, non sta dalla parte della ragione e meno ancora della verità. Tocca a noi cristiani, gente di Pasqua, alzare la voce a difesa della Pace ed educare alla Pace. Come cristiani che seguono il Risorto, il Principe della Pace, abbiamo il dovere di fermare questo massacro in atto, con la preghiera e con la testimonianza di vita, con gesti di solidarietà, che soli possono disarmare. Dobbiamo gridare che la guerra è una sconfitta per tutti, che le armi non salvano, ma ammazzano e distruggono case, persone e relazioni; è profetica la lirica di Ungaretti: ‘di queste case non è rimasto che qualche brandello, di tanti che corrispondevano non è rimasto neppure tanto … è il mio cuore il paese più straziato’.
Urge costruire la pace, rinunciando a giustificare ogni azione e ogni maledizione che portano ad accumulare ancora più morti. Ce lo ricordano con insistenza Papa Francesco e tanti altri uomini di buona volontà: che cosa faccio io davvero per la pace, per me stesso e non solo per me stesso? Noi cristiani sappiamo che l’unico investimento che possiamo e dobbiamo sostenere ed incoraggiare è quello a favore della solidarietà tra di noi e con tutti i popoli.
Cristo è Risorto!
Le guerre in corso in Europa e nel mondo, insieme a povertà e devastazioni di intere regioni del globo alimentano l’emigrazione di migliaia di persone in fuga da tragedie, catastrofi e miserie, creando una straordinaria emergenza profughi che ha messo in secondo piano altre situazioni di criticità, ma che dà campo libero a poteri occulti e criminali che prosperano nel torbido, e trovano nella miseria e nella guerra alleati per l’esercizio del loro potere sul territorio e sulla società. Mostriamo a questi nostri fratelli migranti il nostro più autentico volto fraterno e accogliamoli come il Signore stesso ci insegna dicendoci ero ‘forestiero e mi avete ospitato’ (Mt 25, 35). Esercitiamo, come autentica diaconia, la fraternità ed educhiamoci all’accoglienza, alla solidarietà e al dialogo interculturale, favorendo le condizioni di inclusione dei soggetti vulnerabili ed emarginati. 2
Cristo è Risorto!
Ascoltiamo l’ambiente in cui viviamo e che abitiamo con le nostre città. Sappiamo che è un ambiente ferito e non sanato, allora, assumiamo la logica di un’economia verde e di una produzione sostenibile e circolare; facciamo nostri gli insegnamenti della Laudato Si’, dell’Agenda 2030 e della Economy of Francesco: sono possibili e realizzabili, perché partendo da un cambiamento di paradigma socio-culturale, sviluppano insegnamenti e obiettivi di un nuovo modello valido per tutti. A difesa del Creato, irresistibile nel nostro territorio per bellezza, prendiamo coscienza che ci è stato affidato, che siamo in esso perché lo custodiamo, lo sviluppiamo e lo rendiamo felice ed efficace per tutti, senza violentarlo o danneggiarlo, come accaduto nel recente passato. Continuerò a dire che le scelte che vanno in direzione diversa, sono sbagliate, scorrette, rischiose, non fedeli al pensiero dei residenti, primi custodi del loro territorio, e tradimento delle generazioni future. Più volte ho avuto modo di ricordare e sottolineare alla Società civile e alla Chiesa locale cinque verbi che consentono di divenire ed essere veri architetti di Città e autentici testimoni di Chiesa: custodire, vigilare, svegliare, denunciare, servire. Coniughiamoli, perché sono indispensabili e necessari alle corrette dinamiche del vivere e del progredire, danno vita sana e pulita al presente e garantiscono un futuro di progresso e giustizia per tutti, in particolare per le generazioni in crescita e per quelle a cui dobbiamo consegnare la nostra eredità di Società e Chiesa.
Cristo è Risorto!
Il Signore Risorto si è rivolto agli ultimi, è partito dal basso, dai poveri, senza scartare nessuno, ma dando a tutti il giusto ed edificando il bene per tutti. Nel deserto di una cultura globalizzata che tutto materializza detemporalizzando le relazioni vitali, il Risorto ci insegna un nuovo Umanesimo, quello dell’essere fratelli e figli dell’unico Padre, che non calpesta la dignità di nessuno, che valorizza le diversità e rilancia la dimensione comunitaria di ogni agire individuale e collettivo. Riscopriamo allora l’identità comune che parte dai poveri e dagli ambienti più diseredati, non come un peso o semplice emergenza da risolvere, ma come fondamenta per progettare e costruire le nostre città e le nostre comunità credenti. Dal Cristo Risorto impariamo l’umanità che non scarta nessuna persona, nessuna famiglia, nessun territorio o periferia, ma che sa recuperare e trovare motivazioni per fare della politica un servizio, dell’economia una ricchezza condivisa e un volano di sviluppo, delle Istituzioni strumenti del bene comune, e della Chiesa l’anima di un amore disinteressato e gratuito, di una fraternità che abbraccia l’intero Creato. E’ nel Risorto che poniamo le basi per una autentica ecologia integrale capace di ascoltare il grido di dolore della Terra e dell’Umanità; è dal Risorto che troviamo la forza per chinarci e curare malati, anziani, fragili, abbandonati, poveri di ogni tipo, e sentirli quali perle preziose e sacre, perché è il loro che Lui si riconosce (Mt 25, 31-46).
Fratelli e sorelle in Cristo Risorto,
gli eventi ci interrogano insistentemente, ci spiazzano, ci sfidano, ci obbligano a prendere posizione, ci costringono a responsabilità, non a neutralità. In tutto siamo confortati dalla fede nel Risorto, Principe della vera Pace: la Sua Parola ci conferma che il Padre celeste si mette sempre in ascolto degli uomini e non ha paura di cambiare le sue convinzioni e i suoi progetti. Guai allora a restare indifferenti di fronte a tutto ciò che accade sia a livello locale che globale. Guai a non accorgerci del volto dei fratelli, delle persone che incontriamo, delle loro voci che gridano bisogni e manifestano sentimenti. Facciamo sì che la festa di Pasqua trasformi le nostre tombe in sepolcri vuoti per essere annunciatori e sentinelle di nuove albe, di infinite e continue risurrezioni: non esiste morte o tragedia che possa trattenere prigionieri i “risorti” che siamo noi, battezzati e unti dallo Spirito di verità e di libertà.
Chiediamo, allora, la conversione del cuore affinché si progredisca e germogli una rinnovata cultura di pace e di fratellanza autentica: sarà allora veramente Pasqua!
Auguro a tutti un cammino pasquale di resistenza e di trascendenza, di lotta interiore contro tutte le forme di disperazione e di scoraggiamento, per seminare la speranza, certi che verrà la Pasqua, giorno di resurrezione e di trasfigurazione per ogni uomo e per l’intero Creato. E, finalmente, sentiremo dire ”Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto!” (Lc 24,6).
Coscienti di tutto ciò, celebriamo la Pasqua con fede autentica, ragionata speranza, robusta carità, passione per il mondo e per l’umanità: Cristo è Risorto, Alleluja!
Pasqua di Resurrezione, 9 aprile 2023
+ Franco Moscone crs, arcivescovo