Giovedì 26 Dicembre 2024

La “DOpla Spa” da Manfredonia a Treviso

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NON CHIUDE, ma se ne va: trasferita a Treviso: dal profondo Sud all’eletto Nord. Armi e bagagli: macchinari e personale. È l’increscioso epilogo della “DOpla Spa”, stabilimento di eccellenza del Contratto d’area (iniziò come Giò Style benedetta da Berlusconi) produttore di manufatti casalinghi monouso di plastica e carta la cui attività è andata ridimensionandosi per esigenze diverse del mercato. La crisi l’anno scorso. Da alcuni mesi lo stabilimento lavorava col personale ridotto del 90 per cento e a rotazione di quattro giorni lavorativi al mese per unità con naturalmente riflessi negativi sulla paga mensile ridotta a circa trecento euro. Una situazione estremamente disagiata e contraria ad ogni principio non solo sindacale. Un sacrificio accettato dai 67 dipendenti determinati a mantenere il posto di lavoro nella speranza che le cose migliorino.

ANCHE perché lo stabilimento gemello di Casale sul Sile (Treviso) ha proseguito la propria attività normalmente, a tempo pieno. Anzi in questo frattempo è arrivata la proposta, avanzata dal fondo Muzinich, di trasferire a Casale il macchinario adibito alla lavorazione della carta e quindi i quindici lavoratori addetti. Una proposta indecente rilanciata tuttavia con la controproposta della disponibilità di tutti e 67 dipendenti di Manfredonia a trasferirsi a Casale.

I SINDACATI di categoria Cgil e Cisl hanno espresso il «più profondo dissenso» ed hanno ribadito nell’assemblea dei lavoratori, che «saranno messe in campo tutte le azioni necessarie al fine di impedire tale operazione» con il «coinvolgimento delle istituzioni regionali e i riferimenti nazionali per un opportuno monitoraggio della vertenza DOpla affinché il territorio non subisca ulteriori perdite occupazionali». Uno spiraglio, tutto da verificare, si è aperto a Bari nell’incontro – informa un comunicato del sindaco di Manfredonia Gianni Rotice – avuto con la task force della Regione Puglia con oggetto la vertenza DOpla, presenti il presidente Caroli, i rappresentanti dell’Azienda, delle associazioni sindacali e datoriali. All’incontro era anche presente un potenziale investitore rimasto anonimo, pronto a rilevare e rilanciare lo stabilimento di Manfredonia. Non è stato detto niente di più se non l’auspicio espresso dal sindaco Rotice col quale era l’assessore allo sviluppo economico di Monte Sant’Angelo, Vittorio De Padova, di «non perdere ulteriori posti di lavoro in un territorio che paga lo scotto dei licenziamenti e della disoccupazione».

LA VICENDA della DOpla è emblematica della situazione venutasi a creare post-Contratto d’area, l’ultimo progetto, in ordine di tempo, di risollevare Manfredonia e territorio dalla crisi post-Enichem. Una azienda superstite delle circa sessanta che si allocarono nelle aree industriali di Coppa del vento alla periferia ovest di Manfredonia. Tutte le altre, la gran parte, si ritirarono da laddove erano venute, dal nord: clamoroso è rimasto il caso, tra gli altri, della vetreria Sangalli, “migrata” quasi furtivamente a Porto Nogaro chiudendo lo stabilimento di Manfredonia poi recuperato grazie all’impegno indomito dei suoi dipendenti. Una operazione che si vorrebbe ripetere con la DOpla: togliere dal sud ove già si trova e portarla al nord a rafforzare quella realtà in barba alle belle politiche di sostegno del Meridione di cui tanto si parla. Siamo insomma alle solite: tra il dire e il fare ci va di mezzo… il Mezzogiorno.

  Michele Apollonio

 

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