La Santa Sindone, conservata nella Cattedrale di Torino è il reperto storico più studiato al mondo, almeno da una trentina di discipline differenti. Secoli di studi hanno dato risposte controverse a quella domanda che tutti si pongono: “L’uomo della Sindone è davvero Gesù?”. È proprio il carattere misterioso e non definitivo a rendere la Sindone così interessante, un pezzo archeologico assolutamente unico. La Sindone non è una “prova” della resurrezione di Gesù, ovviamente un mistero che si può comprendere e vivere solo all’interno della fede. Eppure, questo grande lenzuolo sepolcrale di 4,40 metri di lunghezza e 1,10 metri di larghezza, che presenta l’immagine di un uomo crocifisso morto, flagellato, torturato, con tutti i segni della Passione, ci interroga e ci obbliga a porci proprio il problema della resurrezione di Cristo. Domenica 26 marzo alle ore 18:00 presso l’Abbazia di San Leonardo, nell’incontro intitolato “L’immagine dell’uomo della Sindone, dalla morte alla resurrezione”, il dott. Paolo Castellino cercherà di dare delle risposte illustrando l’immagine che appare sul telo, unendo le informazioni rilevate dai medici legali ai rimandi biblici. Nel suo intervento Castellino suggerirà modalità per intuire di chi possa essere il corpo che ha lasciato tracce così precise ed inquietanti (oppure rassicuranti?) su questo lenzuolo utilizzato per avvolgere il corpo di un defunto. Il relatore, di formazione ingegnere ricercatore, si è appassionato allo studio sindonico quando negli anni ’70, coi suoi colleghi, vide emergere, da una elaborazione al computer, la figura tridimensionale dell’Uomo della Sindone. All’ inizio degli anni ’90 è divenuto un volontario del Duomo di Torino per l’accoglienza dei pellegrini, continuando comunque a seguire gli studi delle varie discipline, che apportano sempre nuovi dati. Castellino considera l’immagine sindonica un validissimo aiuto alla meditazione e alla contemplazione di quel Testimone silenzioso della Passione e Morte di Cristo.
Mariantonietta Di Sabato