Celebrata anche a Manfredonia la XXVIII^ Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Amministrazione comunale e mini Consiglio comunale hanno risposto presente all’appello di “Libera” e “Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie” che, nel giorno dell’inizio della primavera, vogliono segnare il risveglio della natura ed il rinnovo della primavera della verità e della giustizia sociale, perché solo facendo memoria si getta il seme di una nuova speranza.
Lo slogan di quest’anno “E’ Possibile” per portare a riflettere su ciò che ciascuno di noi può fare per l’affermazione dei diritti e della giustizia sociale. La parola “possibile” deriva da “potere” e indica ciò che si può realizzare, ciò che può accadere.
Nell’Aula Consiliare di Palazzo San Domenico Giovanna Titta (Presidente del Consiglio comunale), Giuseppe Basta (Vicesindaco ed Assessore alla Cultura e Istruzione) e tutto il mini Consiglio comunale guidato dalla mini sindaco Maria Pia Brigida. E’ intervenuto telefonicamente anche il Vescovo Padre Franco Moscone, con una forte testimonianza.
Una significativa cerimonia voluta fortemente dall’Amministrazione per l’affermazione della legalità e della lotta alla criminalità, partendo dall’educazione civica e la consapevolezza dei più giovani.
I mini assessori ed i mini consiglieri hanno letto i nomi di tutte le vittime innocenti di mafia di Puglia, approfondendo la tematica anche con testi letterari e riflessioni personali. Dal 1861 a oggi sono 1069 le vittime innocenti di mafia. Oltre il 70% delle famiglie delle vittime non conosce la verità sulla morte dei propri cari. Dal 1861 a oggi sono 1069 le vittime innocenti di mafia. In totale, le donne vittime della violenza mafiosa sono 133, 115 i di bambini.
Tra gli spunti più interessanti la lettera di una mini consigliera:
<<“Non sono né un eroe né un kamikaze, ma un persona come tante altre…L’importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento, se non fosse per il dolere di lasciare la mia famiglie potrei morire sereno”.
Queste parole di Paolo Borsellino evidenziano come esistono uomini e donne che lottano con coraggio, altri che si fanno vincere dalla paura e altri ancora, i peggiori, che rimangono indifferenti ed omertosi. Coloro che hanno scelto di lottare paragonano la mafia ad una favola con un inizio, una evoluzione e una fine, speriamo lieta. La mafia ha sparso sangue, le nostre città sono piene di vittime ingiustamente strappate alle proprie famiglie. Non è con altro sangue o con la vendetta che si pone fine a tanta violenza ma con la legalità e la giustizia. Dobbiamo poter camminare fieri e senza paura nelle nostre strade e per fare ciò dobbiamo porre fine alla criminalità organizzata ridando potere allo Stato, uno Stato che ha il dovere di tutelare i propri cittadini. Non dobbiamo chiederci cosa può fare lo Stato per sconfiggere la mafia ma cosa può fare ognuno di noi per raggiungere questo obiettivo. Lo Stato siamo anche noi persone normali che con coraggio e senza indifferenza dobbiamo contrastare e denunciare l’illecito e l’illegalità per non rendere vano il sacrificio di tante vittime innocenti>>.