UNA INIZIATIVA che per tanti versi marca il risveglio dell’imprenditoria locale. Non la “tradizionale” legata al mattone, bensì quella di una classe di imprenditori avanzata, che guarda al progresso, ad investire su iniziative che si inseriscono nel solco del rinnovamento sostenibile, valorizzando le risorse locali. A cominciare dal territorio. È così sorto il Consorzio “Paradiso sviluppo” che si propone di realizzare una serie di iniziative che coniugano turismo, industria, artigianato in un’ottica di sostenibilità finanziaria e paesaggistica. Una idea che rompe concettualmente col passato, che prefigura orizzonti avveniristici per un territorio quale quello di Manfredonia per il quale quando si parla di sviluppo, si tira in ballo invariabilmente attività che poco hanno a che fare con la valorizzazione del territorio con tutto quel che segue, come la storia di quest’ultima metà di secolo ha insegnato e come malauguratamente pare, da qualche parte, si vorrebbe riesumare quei nefasti “sviluppi”.
NIENTE dunque trattamento di materiali nocivi, strutture monstre, processi infestanti, bensì fabbrica di sistemi informatici, area pedonale commerciale, un laboratorio di ricerca farmaceutica, e, udite-udite, una struttura alberghiera, una scuola di formazione professionale e ancora una mensa con servizio di asporto. Cose da non credere.
«E INVECE si: è già tutto progettato e definito, almeno dal punto di vista dei proponenti».
A spiegare le cose come stanno è il dottor Gaetano Salvemini, presidente del Consorzio dal nome seducente appositamente assemblato per realizzare l’ambizioso progetto.
INTANTO perché il beneaugurante ed espressivo “Paradiso sviluppo”. «Paradiso perché l’area sulla quale realizzare il progetto è quella oltre il porto industriale da noi manfredoniani chiamata Paradiso per la bellezza paesaggistica; sviluppo perché vogliamo dare valore alle nostre idee e alle esigenze del territorio in continuo divenire».
IDEE concrete o idealismo? «L’idealismo è stato il motore, ma ha riguardato solo la parte iniziale. Abbiamo, noi tutti del Consorzio, l’intenzione di andare fino in fondo. È dal 2018 che stiamo lavorando per realizzare un progetto che va nella direzione delle aspettative della città. Abbiamo individuato un’area strategica di proprietà dell’ASI di Foggia. Niente ZES dunque. Dopo di che siamo andati avanti con la progettazione, i piani di pre-fattibilità finanziaria, tecnica e di partenariato. Nel 2020 abbiamo presentato una manifestazione di interesse accompagnata da una progettazione preliminare che ha aperto la strada all’istruttoria della pratica e all’avvio della progettazione definitiva con allegazione dei piani finanziari e documentazione a sostegno della fattibilità dell’offerta».
UN PROGETTO definito che risponde ai requisiti che l’evoluzione dei tempi impone, che si presenta come punta di diamante per avviare un nuovo processo di autentica valorizzazione delle risorse umane e fisiche di un territorio dalle tante potenzialità che si è continuato ad evidenziare, ma lasciate colpevolmente in disparte o peggio mal utilizzate. Un progetto che mette le diverse autorità ai vari livelli istituzionali, responsabili della gestione del territorio e delle popolazioni che l’abitano sempre più deluse e affrante dalle politiche che le hanno governate, dinanzi ad una concreta alternativa di sviluppo scevra da condizionamenti e limitazioni.
Michele Apollonio