Modificare la delibera di consiglio comunale che fissa il tasso degli interessi di mora al 3 per cento invece che al due per cento come prevede la legge nazionale. La rettifica è stata segnalata al sindaco Gianni Rotice e al segretario generale Maurizio Guadagnino, dal consigliere comunale di 5Stelle Raffaele Fatone che oltre «alla rettifica dell’errore, chiede di ricalcolare le cartelle esattoriali e provvedere all’eventuale rimborso della quota eccedente incautamente chiesta e prelevata ai contribuenti».
Fatone ricorda che con deliberazione consiliare del 31 maggio 2022, l’amministrazione comunale permetteva «al contribuente che dichiara di trovarsi in uno stato di temporanea difficoltà, causata da una non ottimale situazione economico-finanziaria, di poter chiedere la ripartizione del debito». Si tratta di importi dovuti all’Ente di natura accertamento tributario, ed avvisi esecuti, atti finalizzati alla riscossione di entrate non tributarie, verbali di accertamento per violazioni del codice della strada, ingiunzioni di pagamento o comunque atti di recupero coattivo di entrate e non tributarie, per le quali non siano già iniziate le procedure esecutive.
Dal primo gennaio 2023 – rileva Fatone – per tutti i contribuenti che hanno in corso una rateizzazione, vi è stata la spiacevole sorpresa dell’aumentato considerevole della quota interessi, passata dal valore complessivo del 4,25% all’8% (di cui il 5% parte interessi legali e il 3% parte interessi di mora). A far schizzare questo costo per i contribuenti è in particolare la quota degli interessi legali passati da un valore percentuale di circa 1,25%, al 31 dicembre 2022, fino al valore del 5% dal primo gennaio 2023, tasso stabilito con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze ogni anno. Una situazione di maggiore difficoltà per i contribuenti «aggravata anche – annota il consigliere – dall’errore commesso dall’Ente sul calcolo della quota interessi di mora erroneamente calcolato pari al valore del 3%, interessi che per legge nazionale (160 del 2019) non possono essere superiori al 2%. Una vera e propria batosta per le famiglie che hanno magari fatto richiesta della ripartizione del debito anche per condizioni economico-finanziaria non ottimali» constata Fatone che ha fatto presente l’errore e richiesta la correzione.
Mic. Ap.