Calato il sipario sul Carnevale 2023 tra polemiche e soddisfazioni, è tempo di pianificare “Il Carnevale di Manfredonia” come un’industria che lavori tutto l’anno. Si parla in Città di creare una fondazione, rilanciare il turismo, pensare alla prossima edizione. Serve un piano di lavoro serio e un veicolo istituzionale, ora. Lo spot del contributo regionale e l’organizzazione in capo al Comune di Manfredonia non bastano a trasformare il Carnevale in un’industria operativa tutto l’anno. Ispirandosi al saggio economico “Come fare di più con meno”, si può ri-pensare al nostro Carnevale in chiave di risorsa vitale per l’economia cittadina. Non era dissonante la proposta dell’amministrazione Rotice di spostare il Carnevale ad aprile perché avrebbe consentito due opportunità: sfruttare i ponti di primavera per incrementare il flusso turistico e “rendere unico” il Carnevale di Manfredonia nel tempo e nello spazio. La tradizione ha prevalso sull’innovazione. Perché non provare a fare in modo diverso? Ora, è necessario che i cittadini scelgano come rendere concreto tutto il bagaglio di esperienza del primo Carnevale post-pandemia e renderlo un’industria senza aspettare il miracolo che venga da fuori. Il tessuto economico e sociale cittadino è allo stremo e i ventilati investimenti tra Energas e Seasif sono lontani nel tempo. Partire da quello che si ha: un patrimonio di maestranze, saperi, tradizioni e grande creatività che possono generare valore aggiunto utilizzando le infrastrutture esistenti: capannoni abbandonati, periferie da far rinascere, “saper fare con le mani” che va dalle scuole alle sarte, passando per i maestri cartapestai che hanno la capacità di tramandare e innovare. È da quel saper fare con le mani che nasce l’innovazione. Il Carnevale è una voce dell’economia circolare, è un patrimonio di artigianalità e di artisticità che è sviluppo sostenibile. In cinque passaggi è possibile renderlo un’industria al 100% manfredoniana. Creare un soggetto giuridico Rete di imprese o Fondazione che sia in grado di attivarsi sui fondi PNRR ed Europei, Viareggio e Putignano docent; identificare le filiere: carta, stoffe, riciclo creativo per esempio e inserirle nell’offerta economica della città; destinare aree pubbliche permanenti all’industria dinamica che siano visitabili tutto l’anno mentre si lavora all’edizione successiva; creare eventi come mostre viventi dei costumi e delle tecniche nei periodi di maggiore affluenza turistica, lavorare sul marketing territoriale con “ciò che siamo”. I fondi ci sono basta attivarsi. E poi arrivano gli investimenti. E magari si smette di scappare da Manfredonia in cerca di lavoro.
di Michela Cariglia