È UNA DELLE STRUTTURE musali di Manfredonia di grande valore storico. Custodisce la memoria di una città e di un popolo che hanno legato la propria esistenza al mare: l’Adriatico naturale crocevia di popoli e culture che si perde nella notte dei tempi. Un “Museo del mare”: era ora che si allestisse una esposizione del doviziosissimo corredo che l’arte del lavoro sul mare ha prodotto e continua a farlo dal momento che il mare è vita e la vita è continuo divenire. «Ce n’è voluto del tempo e soprattutto di impegno per realizzarlo, ma oggi è una realtà straordinaria che attrae sempre più visitatori che rimangono stupefatti per la gran mole e varietà di oggettistica esposta» racconta Giovanni Simone, che da anni cura la raccolta di attrezzi usati nei lavori marinari, che ha ordinato l’esposizione ed è il premuroso custode in qualità di presidente di quello che è divenuto un qualificato “Centro di cultura e ricerca del mare”.
IL MATERIALE raccolto è tutto originale, donato da gente che ha lavorato a contatto del mare, in particolare i pescatori che finalmente hanno una loro vetrina che rivela il periglioso lavoro svolto in mare. Il Museo è intitolato al delfino “Filippo”, il tursiope che dal 1997 e per circa sette anni, dimorò nelle acque del golfo accattivandosi le simpatie e l’amicizia dei pescatori e dei bagnanti che volentieri si intrattenevano a giocare con lui. Un “caso” straordinario che fece balzare Manfredonia agli onori della cronaca nazionale e del quale si occuparono studiosi, ricercatori, appassionati.
AFFASCINANTI i percorsi espositivi che si possono visitare: Acquari marini; Antichi e nuovi attrezzi di pesca della marineria sipontina; Maestri d’ascia e cantieri navali; Strumenti di bordo per la navigazione; Collezioni di molluschi gasteropodi e bivalvi; Flora e fauna del golfo fi Manfredonia; Scheletro del delfino Filippo; Biblioteca di mare; Fototeca e videoteca. Un ricco e vario campionario in continuo accrescimento che oltre a visitatori occasionali, di scolaresche, è riferimento per laureandi e studenti impegnati in progetti di alternanza studio-lavoro. «È stata stipulata una convenzione con l’Istituto nautico “Rotundi” – riferisce Simone – per effettuare stage presso il Museo-Centro cultura del mare allo scopo di acquisire le prime competenze ed esperienze di lavoro».
MA NON SOLO visitatori e studenti, anche ricercatori come quelli dell’Università politecnica delle Marche, Dipartimento scienze della vita e dell’ambiente con sede ad Ancona; del Centro sudi cetacei onlus di Pescara «interessato – annota Simone – ad una fattiva collaborazione col Centro cultura e ricerca del mare di Manfredonia». Una istituzione di grande interesse culturale che unisce aspetti di carattere scientifico ad attrazioni squisitamente turistici-culturali. L’accogliente sede in riva al mare della Rotonda, è ormai angusta. Le tre aule di cui dispone ricavate nello stabile che fu Istituto nautico prima di diventare alberghiero, sono ormai zeppe e non in grado di accogliere altro materiale in continuo arrivo. Bisognerebbe pensare ad una sede ad hoc rispondente alle esigenze di una eccellenza cittadina.
Michele Apollonio