Domenica 22 Dicembre 2024

Riccardi: “Il passato insegna, no a Seasif, sì a modelli di sviluppo partecipati”

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Negli ultimi nove anni di governo del centro-sinistra a Manfredonia, le questioni ambientali che hanno visto negativamente coinvolto il nostro territorio hanno avuto la massima attenzione e risultati difficilmente paragonabili con altre difficili situazioni pur presenti sul territorio nazionale.
L’occasione per una riflessione è utile alla luce delle ultime note questioni, ovvero: da una parte l’infinita vicenda Energas spa e dall’altra la proposta della Società Terminal Geochem s.r.l. relativa al Progetto SEASIF Manfredonia e Monte Sant’Angelo.
L’area SIN di Manfredonia
Nella primavera del 2011, ci fu la prima gigantesca operazione, oltre 50mila metri quadrati di area interessata, con tre discariche pubbliche sulle quali la comunità europea ha acceso i riflettori sin dal 1998, data in cui è partita la procedura di infrazione. Nel 2004 lo Stato italiano è stato condannato.
Pariti 1 e Conte di Troia, le due grandi discariche di Manfredonia, con un intervento considerato prioritario dalla Regione Puglia, sono state bonificate, scongiurando all’Italia una sanzione europea per infrazioni ambientali.
Per la prima volta nel nostro Paese si è realizzata una bonifica in situ, ovvero senza spostare i rifiuti, su una superficie di 300mila mq. Un’opera imponente, divenuta addirittura un caso di scuola europeo, anche grazie alla proficua collaborazione tra Invitalia, Governo, Regione Puglia e Comune di Manfredonia.
Con atto della Giunta Comunale n. 188 del 30.11. 2017, l’Amministrazione comunale si è attivata per candidare la bonifica di altre discariche del SIN di Manfredonia, relativamente alle ultime sue discariche pubbliche Pariti 2, Pariti 1 liquami per un importo complessivo di circa 13 milioni di euro.
Il Comune si è candidato a svolgere il ruolo di soggetto attuatore degli interventi preposti e di comunicare alla Regione Puglia tale disponibilità. Durante il tavolo tecnico regionale del 27.11.2018 è stato pertanto individuato il fabbisogno complessivo degli interventi di bonifica delle aree ricomprese nel SIN di Manfredonia pari a € 13 milioni circa.
Con delibera della Giunta Regionale 28 novembre 2019 n. 2238 fu approvato l’accordo di programma “Per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel Sito di Interesse Nazionale di Manfredonia”.
A più di tre anni di distanza, sarebbe interessante comprendere come stanno le cose e quali sono gli atti amministrativi prodotti per definire gli interventi di bonifica successivi.
Depuratori e reti AQP
Oltre all’adeguamento del depuratore cittadino, sarebbe utile comprendere anche a che punto sono i seguenti progetti, con le straordinarie ricadute che porterebbero sul piano ambientale:
● Riutilizzo acque reflue civili – impianto di depurazione di Manfredonia (FG) € 6.393.200,00
● Rigenerazione urbana interventi finalizzati alla rigenerazione urbana di aree del comune (palazzo
● Progetto riduzione del rischio idraulico di Manfredonia, con particolare riferimento a Siponto
● studio di fattibilità affidato dal comune di Manfredonia € 25.000.000,00
● Condotta fognaria litorale Sud e reti idriche villaggi della Riviera € 20.000.000,00
SIN Monte Sant’Angelo
Le aree sono di provenienza ANIC con una grandezza di 96 ha. Nonostante i difficili rapporti dei primi anni e i pregiudizi più o meno fondati sul ruolo di ENI nella bonifica dell’ex petrolchimico, con ENI Syndial prima e ENI Rewind dopo, chiamate alle attività di bonifica, dobbiamo registrare alla luce dei risultati ottenuti che molto è stato fatto. L’interlocuzione, pur in alcuni casi su posizioni diverse, è stata sempre improntata alla massima collaborazione ed il management aziendale si è mostrato all’altezza della complessità delle questioni che si andavano ad affrontare di volta in volta.
La dott.ssa Enrica Barbaresi, la dott.ssa Barbara Locatelli, l’Ing. Sandro Olivieri, il Dott. Brunelli Roberto, oltre ai responsabili di zona, hanno colto le aspettative di un territorio più volte tradito. Ed i risultati, al netto della solita ricostruzione parziale e piena di pregiudizi, sono chiari e difficilmente contestabili:
● Aree con interventi di bonifica in corso (hot-spot) 1,6 ha ca
● Aree con interventi di bonifica completati 94,3 ha ca
I costi sostenuti al 31.12.2022 sono stati 256 milioni di euro a totale carico dell’azienda, che avendo procurato i danni è stata chiamata a bonificare. Per i prossimi 15 anni ENI prevede anche la bonifica dei suoli e della falda, le demolizioni e la gestione impianti TAF, per una spesa di altri 52 milioni.
Con ENI sarebbe il caso di riprendere il confronto sulla compensazione per i danni subiti da questo territorio ed evitare, come sta accadendo, di darci la zappa sui piedi. Con lo smontaggio di pezzi di attività improduttive, come la disattivazione della condotta di acqua industriale verso il sito produttivo, con la complicità del Consorzio ASI di Foggia si sta consentendo ad esempio una deresponsabilizzazione dell’azienda, che ottiene anche un risparmio considerevole, senza alcuna ricaduta per il territorio.
L’indagine epidemiologica
L’ubicazione dello stabilimento chimico in una delle più belle piane ai piedi del Gargano, ha rappresentato una “ghigliottina” che ha mutilato la vocazione del territorio contraddicendo l’investimento in campo turistico che lo stesso ENI aveva realizzato a pochi chilometri di distanza.
Nel corso degli anni, infatti, nello stabilimento si verificarono numerosi incidenti culminati, il 26 settembre 1976, nello scoppio di un’apparecchiatura dell’impianto ammoniaca, che causò la diffusione nell’ambiente di circa trenta tonnellate di sali di arsenico. Da quella data ancora oggi perdurano pesanti conseguenze sulla salute e sull’ ecosistema con malattie, decessi, inquinamento.
Oltre agli incidenti avvenuti durante l’esercizio dell’impianto, durato fino ai primi anni Novanta, è stata perpetrata una devastazione ambientale con l’emissione in atmosfera di gas tossici, lo scarico in mare di liquidi nocivi, il deposito nel sottosuolo di sostanze pericolose.
Il territorio del Comune di Manfredonia dal 1989 è incluso tra le aree ad elevato rischio di crisi ambientale e di conseguenza è stato inserito nel relativo “Programma nazionale di bonifica” come sito di interesse nazionale (SIN) in quanto esposto alla possibile contaminazione di sostanze pericolose.
Sostenendo un notevole impegno finanziario, il Comune di Manfredonia, insieme con la ASL FG, ha cofinanziato la “Ricerca epidemiologica” i cui risultati dimostrano che nell’ambiente sono ancora presenti fattori inquinanti che compromettono la salute dei cittadini e l’equilibrio del territorio. In particolare, la ricerca dimostra che la mortalità, per tumore polmonare e malattie cardiache, è in aumento tra la popolazione residente.
Bisogna tornare a sollecitare un confronto con i rappresentanti dell’ENI per la compensazione dei danni subiti dalle persone e dall’ambiente di questo territorio. Non è comprensibile come in una fase storica così importante, con processi di economia circolare e con la transizione ecologica in corso, non si possa pensare ad investimenti riparativi volti a processi produttivi duraturi ed ecocompatibili.
Con Determinazione del Dirigente del IV Settore, n. 1662 del 17.12.2014, veniva approvato lo schema di “accordo di collaborazione per una ricerca di comune interesse dal titolo “Indagine conoscitiva sullo stato di salute della popolazione e dell’ambiente nella Città di Manfredonia”, tra il Comune di Manfredonia, l’Istituto di fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche con sede di Lecce e Pisa, ( IFC/CNR) e l’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Foggia, ( ASL/FG) volto ad approfondire le conoscenze ambientali e sanitarie della Città di Manfredonia e della popolazione residente; l’accordo veniva sottoscritto dalle parti in data 16.02.2015; con mail del 18.1.2017 assunta al prot. Comunale in pari data al n. 2073, l’IFC-CNR ha trasmesso la relazione finale relativa al progetto di cui in oggetto e depositata agli atti dell’Ufficio “Polizia Locale”.
Il 19 maggio, presso l’Aula Consiliare del Comune di Manfredonia, la Commissione scientifica incaricata di svolgere il progetto “Indagine conoscitiva sullo stato di salute della popolazione e dell’ambiente nella Città di Manfredonia” ne ha presentato lo stato di avanzamento.
Il dott. Emilio Gianicolo ha coordinato i lavori e aggiornato sullo studio di coorte dei lavoratori esposti. Successivamente il dott. Marco Cervino e la dott.ssa Cristina Mangia hanno riferito sull’avanzamento dello studio di esposizione ambientale. Infine, la dott.ssa Vigotti ha presentato i primi risultati della valutazione dello stato di salute della popolazione.
Sono stati presentati i primi risultati del progetto che consiste nella valutazione dello stato di salute della popolazione attraverso un’analisi della mortalità dal 1970 al 2013 ed un’analisi, per coorte di nascita, dei deceduti per tumore al polmone.
Ecco la sintesi dei primi risultati:
1- Per quanto riguarda la mortalità generale, dal 1970, la popolazione di Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva rispetto alla regione ed alla provincia.
2- Questo è vero in particolare per le malattie cardiovascolari mentre non vi sono differenze dalla media regionale o provinciale per l’insieme dei tumori maligni.
3- Dagli anni duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale sia per gli uomini e sia per le donne, nelle età più giovani. Questo andamento è coerente con quanto osservato in popolazioni che hanno subito eventi traumatici e gravi conflitti sociali.
4- La mortalità per tumore polmonare, di speciale interesse considerata l’esposizione ad arsenico della popolazione, mostra un eccesso sulla media regionale e, in particolare, provinciale, a partire dagli anni 2000. Le coorti di nati che avevano tra i 15 e i 49 anni al momento dell’incidente del 1976 mostrano una frequenza maggiore dell’atteso che si può riassumere con 14 casi in eccesso sulla media regionale.
I primi risultati dello studio mostrano, con qualche incertezza statistica, luci ed ombre sullo stato di salute della popolazione. I dubbi sugli eventuali effetti nocivi dell’inquinamento ambientale subìto escono rafforzati. Bisogna chiarire i nessi con quanto è successo. Le richieste e il controllo delle azioni di bonifica e riqualificazione nell’area di Manfredonia e il presidio di monitoraggio epidemiologico sono prioritari. Il progetto “Indagine conoscitiva sullo stato di salute della popolazione e dell’ambiente nella Città di Manfredonia” continua con gli approfondimenti relativi alle analisi dei ricoveri, l’avvio della ricostruzione della coorte dei residenti e lo studio sui lavoratori presenti nello stabilimento nei giorni successivi all’incidente del 1976.
Questa prima fase ha però bisogno di successivi studi finalizzati a portare a termine le attività previste nel Protocollo di ricerca approvato dal Comitato etico e discusso con il coordinamento cittadino, per cui si rende necessario sottoscrivere un nuovo Accordo di collaborazione tra il Comune di Manfredonia, l’Istituto di Fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sede di Lecce e Pisa, e l’ASL della Provincia di Foggia.
Oltre a quanto già fatto (analisi ecologica della mortalità dal 1970 al 2011, analisi descrittiva dei ricoveri, aggiornamento dello studio di coorte per i circa 1500 lavoratori di ANIC e SDC e delle Ditte in appalto impiegati nelle attività di disinquinamento con recupero dello stato in vita e delle cause di decesso, pubblicazione di diversi articoli sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione) il nuovo accordo deve prevedere un’altra serie di indagini volte a completare il Protocollo dello studio per offrire un quadro organico e completo delle conseguenze di quel drammatico evento del 26 settembre 1976.
Sostanzialmente il lavoro va completato e serve tornare a sollecitare la Regione Puglia perché si faccia non solo economicamente, ma anche istituzionalmente, come già fatto per altri siti pugliesi.
Casa della Salute e Ambiente
Con mail del 03.12.2018, assunta al prot. Comunale in pari data al n. 43580, il Coordinamento Cittadino Ambiente Salute Manfredonia, che ha preso parte attivamente alla Ricerca Partecipata, ha proposto al Consiglio Comunale di Manfredonia un impegno concreto nella riqualificazione ambientale ed una sorveglianza epidemiologica partecipata anche attraverso l’istituzione di una struttura permanente, da denominarsi Casa della Salute e Ambiente.
Con delibera del Consiglio Comunale n. 58 del 6.12.2018 nel ritenere che occorre una valutazione sulla permanenza nel territorio degli inquinanti e un impegno attivo di monitoraggio e verifica delle opere di bonifica e di riqualificazione ambientale. Prendeva atto e deliberava:
a) vi sia una sorveglianza epidemiologica partecipata continuata nel tempo anche attraverso l’istituzione di una struttura permanente, che si potrà denominare Casa della Salute e Ambiente, nella quale, con il supporto del Coordinamento Cittadino Ambiente Salute Manfredonia, venga proseguito il percorso di coinvolgimento della cittadinanza cominciato da questo Comune nel 2014 con il progetto di cui in oggetto;
b) la partecipazione possa esplicitarsi mediante incontri pubblici periodici con le istituzioni coinvolte nelle attività di monitoraggio epidemiologico ed ambientale al fine di individuare con la cittadinanza un piano condiviso di obiettivi ed azioni concrete realizzabili in un arco temporale definito;
c) vi sia ampia diffusione di quanto discusso negli incontri istituzionali presso il Ministero dell’Ambiente relativamente al SIN di Manfredonia e la cittadinanza venga edotta sulle scelte relative alla bonifica;
d) vi sia un impegno attivo nella riqualificazione ambientale del territorio.
A circa 4 anni della Casa della Salute e Ambiente non se ne sa nulla e gli ultimi recenti avvenimenti dovrebbero far riflettere sulla sua utilità, sulla necessità che l’esperienza dell’indagine epidemiologica sia stata non solo unica del suo genere, ma ha aperto una nuova stagione di confronto tra gli interessi in gioco in un territorio troppe volte oggetto di interessi e dinamiche determinate da soggetti estranei alla comunità sulla quale se ne determinano le conseguenze.
Mai come in questo momento è necessaria una condivisione di strategie ed obiettivi comuni, le scelte devono essere le più partecipate possibili non solo tra le istituzioni chiamate ad esprimere attraverso gli atti amministrativi le loro posizioni, ma soprattutto le comunità hanno il diritto dovere di essere considerate nel processo decisionale, soprattutto se riguarda l’ambiente dove vivono e la propria salute.
Non si può assistere, ad esempio con ENERGAS, ad una chiamata alle armi, senza avere chiara l’idea dell’obiettivo da perseguire, il fine, senza condividere passaggi delicati con tutti gli attori locali, dai partiti, ai sindacati al mondo associativo, alla chiesa.
Serve un luogo che animi nuovi interessi, che sia anche e soprattutto dei nostri giovani, perché il futuro è loro e delle prossime generazioni.
La conoscenza delle questioni ambientali del nostro territorio serve per capire se è credibile un imprenditore come Seasif che si presenta nel 2021 con un non meglio chiaro progetto di sviluppo del porto industriale di Manfredonia – Monte Sant’Angelo, con una stimata assunzione di personale di 200 unità con tanto di avviso pubblico per candidarsi, ed a distanza di due anni, con la partecipazione in Confindustria di tutti i soggetti istituzionali coinvolti sul territorio, i posti di lavoro diventano il doppio 400. Per non parlare del fatto che il progetto viene presentato, sembrerebbe informalmente, con un documento di appena 33 pagine. Può essere credibile un imprenditore che sostiene di voler far partire i nastri trasportatori, impedendone di fatto la loro demolizione, prevista da più di 4 anni, avendo ASI determinato con apposita commissione di esperti, sotto la mia presidenza, la loro totale inutilità?
Come è possibile che si possa procedere con le stesse modalità del passato? Come può il passato non essere servito ad indicarci la strada del nostro sviluppo? È del tutto evidente che un’area industriale e portuale non può essere destinata al turismo ed è evidente che non possiamo metterci ombrelloni e sedie a sdraio. Dobbiamo essere pronti a cogliere l’occasione storica di questi anni, i vantaggi della ZES e le risorse del PNRR che devono consentire solo ed esclusivamente investimenti finanziari chiari. Questo territorio merita proposte che siano compatibili con le sue vocazioni, con la sua recente storia.
Certo, non bisogna dire no a tutto, ma bisogna dire sì se abbiamo tutti gli elementi per una valutazione compiuta su tutti gli aspetti e le ricadute.
E, soprattutto, un eventuale sì dobbiamo dirlo noi che questo territorio lo viviamo quotidianamente.
Il futuro si costruisce dalla conoscenza e consapevolezza, senza deleghe in bianco. Il futuro appartiene a noi.
Angelo Riccardi
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