Domenica 22 Dicembre 2024

Gaetano Prencipe: “SEASIF: Un film già visto. Purtroppo!”

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Nella piana di Macchia non c’è in programma solo il mega impianto regionale dell’AGER per il riciclo della plastica, fortemente voluto dal Comune di Monte Sant’Angelo, che si è candidato ed ha ottenuto il cospicuo finanziamento regionale per la sua costruzione.

A leggere le carte circolate nei giorni scorsi, la società SEASIF, attraverso la sua partecipata Geochem  s.r.l. vorrebbe realizzarvi una vera e propria centrale elettrica, della potenza termica di 400 MGW, con turbine a gas e a vapore, tra loro “combinate”. E vorrebbe costruirla proprio nell’Isola 5 dell’ex stabilimento Enichem – quella della torre di raffreddamento che saltò in aria nel 1976 – su una superficie di 4 ettari, pari al doppio di quella necessaria, perché se ne ipotizza fin d’ora il raddoppio, “ove le necessità del territorio lo richiedessero”.

Già, perché pare che siano proprio le necessità del territorio a richiedere questa straordinaria produzione di energia, mica altro! Fatto è che, per la sola centrale, Geochem sarebbe pronta ad investire 380 + 75 milioni di euro, rispetto ai 500 complessivamente previsti: il che significa che la centrale rappresenta di gran lunga l’intervento più importante tra quelli programmati. E, insieme al mega deposito di carburante, pare sia quello di più probabile realizzazione.

Più d’uno ha evidentemente dimenticato o forse non sa che nel 2001 il Comune di Manfredonia fece ricorso al TAR Puglia di Bari (con Campo Sindaco e chi scrive come avvocato) per impedire che venisse riattivata dalla stessa Enichem S.p.A. la centrale termoelettrica dell’ex petrolchimico (della potenza termica complessiva di 420,5 MGW, da alimentare a gas naturale), che aveva avuto già tutte le autorizzazioni dai Ministeri competenti, oltre che dal Comune di Monte Sant’Angelo. Sostenemmo nel giudizio che non era possibile riattivare una centrale di quelle caratteristiche e dimensioni in un’area super inquinata e ancora tutta da bonificare. E il TAR nel 2002 ci diede ragione.

Avranno anche dimenticato o forse non sanno che già nel 1997 il Comune di Manfredonia si è opposto al riutilizzo dei serbatoi e delle relative reti di distribuzione per farne depositi costieri di gas propano liquido (GPL). Gli stessi che oggi SEASIF ha comprato, con una capacità complessiva di 55.000 mc. Per farne cosa? Un mega deposito di gasolio per autotrazione, che sarà caricato in autocisterne (anche quattro contemporaneamente), navi e bettoline. Immaginate che bel traffico su strada e per mare, specie d’estate. Ma l’Unione Europea non ha detto che nel 2035 non si potranno più produrre motori a combustione?

Eppure nel 1997 insieme a chi scrive, allora Sindaco di Manfredonia, ci furono anche i sindaci di Monte Sant’Angelo  e di Mattinata ad opporsi al riutilizzo di quei serbatoi ed alla realizzazione di impianti di stoccaggio di gase di altri carburanti in quell’area. Non volemmo che in alcun modo, ad una distanza così vicina dall’abitato di Manfredonia,si potesse nuovamente incorrere nei rischi connessi al deposito ed all’utilizzo di quelle sostanze. E riuscimmo a spuntarla, sebbene AGIPGAS e ISOSAR (attuale ENERGAS) si fossero già classificati utilmente, rispettivamente con uno e con due progetti di depositi costieri di gas, nella graduatoria per l’assegnazione dei fondi della Sovvenzione Globale, gestiti dal Consorzio Manfredonia- Sviluppo (costituito da ENISUD e dalla finanziaria della Regione Puglia)  nell’ambito delle iniziative avviate a partire dal 1993 per dare un’alternativa occupazionale ai circa 900 lavoratori dello Stabilimento Enichem e alle centinaia dell’indotto.

E sì che allora c’era la necessità e l’urgenza di valorizzare le infrastrutture esistenti e di agevolare imprese in grado di utilizzarle per dare un’alternativa immediata a quei lavoratori, tenendo conto delle loro professionalità. La Sovvenzione Globale e il Contratto d’Area erano nati con quegli obiettivi.

Ma oggi, che quell’urgenza non c’è o che comunque il problema dell’occupazione non si pone negli stessi termini, che necessità c’è di riempire quell’area, quasi fosse il gioco del Monopoli, con centrali termoelettriche, depositi di carburanti, impianti di frantumazione e di estrazione di bentonite e metalli rari (con quantità pari a 2 milioni di tonnellate all’anno di minerali da movimentare e da stoccare, chissà come e per quanto tempo), impianti di produzione di e-metanolo (liquido tossico con vapori facilmente infiammabili), ed altro di questo genere?

Con quale ricaduta occupazionale? Sulla carta complessivamente “200 risorse”, poco più della metà del personale occupato dalla sola Sisecam (ex Sangalli).

E soprattutto, volendo (almeno per ora) mettere da parte i problemi di impatto ambientale, con quale idea di futuro e di sviluppo di questo territorio? Con quale rapporto con le altre attività economiche e produttive, tradizionali e non?

Sono due anni che ricordo agli amministratori di Manfredonia e Monte Sant’Angelo che, nell’aderire alla ZES,  hanno sottoscritto l’impegno ad avviare l’APPEA, per fare del sito ex Enichem un’area produttiva paesaggisticamente ed ecologicamente attrezzata e, soprattutto, per avere un luogo ed uno strumento di pianificazione e di gestione comune di quell’area, dei suoi problemi come delle sue potenzialità e opportunità.

E se gli amministratori di Monte Sant’Angelo possono farne a meno (tanto, il territorio è loro e alla fine saranno loro a decidere, com’è stato ribadito senza mezzi termini nelle ultime comunali a Monte), il Sindaco di Manfredonia … aspetta di leggere i progetti definitivi, lasciando ad altri la responsabilità delle decisioni.

Nel frattempo SEASIF va avanti, acquista le aree, prende in concessione tre banchine del porto industriale e il possesso dei nastri trasportatori, contando anche sulla velocizzazione dei tempi procedimentali assicurati dalla normativa sulle ZES.

E a Manfredonia? “Tutt’appost”, abbiamo fatto dire quest’anno a Z’ Pepp, la maschera del nostro Carnevale. Per protestare … c’è sempre tempo.

Gaetano Prencipe

*dal “Diario minimo di un consigliere comunale”

** I nastri trasportatori in una foto di Nicola Spadafranca

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Comunicati · News

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