Martedì 3 Dicembre 2024

Si… Anzi No… Forse…

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Si aspettava il responso del Governo di Roma sul caso Energas, ma la città si è ritrovata con la convocazione da parte del sindaco di Manfredonia Gianni Rotice, di una manifestazione cittadina a sostegno del no Energas. La risposta è stata molto modesta se rapportata alle grandi manifestazioni sullo stesso tema attuate in città a sostegno della tesi di rifiuto del mega deposito di gpl alle porte della città. Non c’è infatti niente da aggiungere a quanto già espresso chiaramente in oltre vent’anni di avversione a quel progetto espresso in tutte le maniere possibili e immaginabili. L’unica novità attesa è la decisione del Governo di Roma su una questione che presenta tanti aspetti oggettivamente fuori tempo (e fuori luogo). In tal senso avevano fatto confidare in un responso favorevole e imminente, la missione a Roma di Rotice presso il ministro Salvini, e le attività parlamentari del deputato Giandiego Gatta presso il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin. Ma non è successo nulla: Manfredonia si ritrova ad essere convocata in strada per una manifestazione che l’opposizione consiliare insinua sia servita al sindaco Rotice per controbilanciare la lettera, fatta circolare, inviata quando ricopriva la carica di presidente della Confindustria Foggia, al ministro dello sviluppo economico, al presidente Emiliano ed altri, nella quale rappresentava il “favore di Confindustria Foggia per la realizzazione del progetto per la costruzione di un deposito costiero di gpl in agro del Comune di Manfredonia”. Indubbiamente avrà cambiato idea: è umano cambiare idea. Specie in politica. Non è dato sapere quale idea si è fatto il Governo in carica sulla questione Energas, l’unico riferimento noto è quello del Ministro che “si è riservato di approfondire la questione con la sua parte tecnica e politica”. Tutto rimane maledettamente in standby. A Manfredonia è tutto in lista di attesa. A cominciare da Palazzo San Domenico dove chi dovrebbe governare la città non riesce a badare a sé stessi. In quel crogiuolo infuocato succede di tutto: assessore licenziato, dirigente che abbandona sbattendo la porta, partner che tolgono la fiducia, esponenti che votano in maniera difforma dagli indirizzi di coalizione, propositi di rimpasti. Si… Anzi No… Forse… Di certo c’è la giunta spaccata. Lo attesta l’atto di indirizzo riguardante l’appalto della pubblica illuminazione: è stato votato dagli assessori delle civiche di Rotice, mentre i due assessori di Forza Italia no, risultano assenti. In questo caleidoscopio di situazioni al limite del parossismo e mentre il sindaco, come annunciano i post e i selfie, è impegnato nelle visite ai laboratori carnevaleschi, irrompe all’orizzonte cittadino il progetto di “Terminal Geochem” facente capo alla Seasif, localizzato nell’area Zes di Manfredonia-Monte Sant’Angelo. Il progetto è stato presentato nelle passate settimane alla Confindustria di Foggia e ai sindacati provinciali, ma a Manfredonia, a quanto si sa, le autorità comunali e le rappresentanze politiche pare che ignorino l’iniziativa industriale che per la portata economica e i riflessi sociali e ambientali si presenta di grande rilevanza. Il progetto si articola, espone l’executive summary, lungo tre direttrici di sviluppo: Attività di Servizi in conto deposito di gasolio per autotrazione (capacità di stoccaggio pari a 55.000 mc); Attività di Servizi in conto lavorazione di minerali bentonitici e polimetali (capacità di lavorazione pari a 2.000.000 di ton/anno di minerale); Attività di Produzione e Distribuzione di Energia Elettrica (energia prodotta pari a 3.000 GWh/anno). La Società ha già acquisito dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale le concessioni per l’utilizzo delle banchine n. A1, n. A2, e n. A5 del pontile Alti Fondali senza alcun diritto di esclusività assumendosi l’onere di rifunzionalizzare gli asset, nastro trasportatore solidi e linee liquidi pericolosi; da Eni ha acquistato la proprietà dell’Isola 2, l’utilizzo delle tubazioni presso il pontile Alti fondali, la rifunzionalizzazione dei quattro serbatoi fuori terra in cemento armato rispettivamente di 25mila mc, 10.500 mc, 9.500 mc, 10,500 mc, tutti già bonificati. Un progetto variamente articolato su aree ex Enichem che andrebbe attentamente analizzato a scanso di sorprese e imprevisti. Ma ci sono i referenti comunali in grado di garantire gli interessi dei cittadini? Si… Anzi No… Forse…

di Michele Apollonio

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