Giovedì 21 Novembre 2024

San Camillo nel tempio dei Pompieri e della Croce Rossa

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GLI OLTRE tre mila reperti originali accuratamente disposti su una superficie espositiva di 2.500metri quadri, recuperati e sistemati da Michele Guerra con l’apporto tecnico del maestro d’ascia Antonio Berardinetti, fanno del “Museo dei pompieri e della Croce rossa” di Manfredonia la più grande e completa raccolta di memorie d’Italia e probabilmente del mondo. Tra quelle testimonianze straordinarie che raccontano la storia di quei due gloriosi Corpi, mancava una immagine del Santo patrono del Corpo di sanità militare volontario della Croce rossa italiana, degli infermi e degli infermieri e degli ospedali, vale a dire San Camillo De Lellis. Un vuoto che è stato colmato nel 448esimo anniversario della conversione di Camillo Campellio, abruzzese di Bucchianico, avvenuta in circostanze straordinarie tra Manfredonia e San Giovanni Rotondo, nella Valle dell’Inferno. Una scorciatoia impervia e ostile che Camillo percorreva per raggiungere il convento dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo per conto dei monaci cappuccini del convento di Manfredonia (all’epoca sorgeva nei pressi dell’attuale cimitero: è rimasta solo l’intitolazione del viale che porta al camposanto). In quel luogo sacro quel giovane dall’esistenza tumultuosa di avventuriero dedito al gioco, spadaccino rissoso protagonista di duelli cruenti, l’ultimo nei pressi della chiesa di San Domenico a Manfredonia, trovò rifugio e ambiente giusto nel quale maturò la sua decisione di abbracciare la vita religiosa e di diventare frate cappuccino.

INIZIAVA così una lunga, intensa, illuminata opera di assistenza e cura degli infermi culminata nel 1582 con la istituzione della “Compagnia dei Ministri degli infermi”. Ordinato sacerdote sotto la guida spirituale di Filippo Neri (uno dei tre patroni di Manfredonia), diede l’avvio all’Ordine dei chierici regolari ministri degli infermi che ben presto si espanse in tutta Italia. Morì il 14 luglio 1614 in odore di santità: papa Benedetto XIV lo canonizzò nel 1746 e proclamato patrono dei malati, ospedali, infermieri, sanità militare. Una grande statua del santo si trova nella navata centrale della basilica di san Pietro; a Manfredonia gli è dedicato l’ospedale civile ove nei giardini è collocata una scultura bronzea.

ORA una statua di San Camillo, opera del ‘700 dei cartapestai leccesi restaurata dal maestro cartapestaio manfredoniano Matteo Trotta, è stata collocata nel padiglione museale dedicato al Corpo di sanità militare della Croce rossa italiana. Un evento di grande suggestione e di alto significato civile evidenziato dalla presenza di una numerosa rappresentanza di personalità del mondo ecclesiastico, militare, politico e civile: padre Franco Moscone Arcivescovo di Manfredonia, il Superiore Generale dei Camilliani Pedro Tramontin proveniente dal Brasile, il Segretario dei Camilliani siculo napoletano Fratel Carlo Mangione, padre Francesco De Rienzo insieme ad una numerosa rappresentanza dei frati Camilliani napoletani, il Generale Gabriele Lupini Ispettore Nazionale del Corpo di Sanità Militare Volontario della Croce Rossa Italiana, il Comandante del Centro di Mobilitazione Meridionale Domenico Savino con alcuni ufficiali del Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana, alcune rappresentanze dell’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco del Corpo Nazionale. Una festa gioiosa cui il gruppo vocale-musicale “I Silentimble” ha fatto da favolosa colonna sonora

  Michele Apollonio

 

 

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