È STATO il primo ed eroico patrono di Manfredonia salvata dalla distruzione dell’ostrogoto Totila tanto che la sconfitta di quel re barbaro è riportata nello stemma della città. Il vescovo Lorenzo Maiorano (440-545) per oltre mezzo secolo è stato il mitico salvatore e ordinatore della Siponto del tempo «segnata da una profonda crisi economica e culturale, i cui indicatori erano la diminuzione demografica e la perdita dell’orientamento spirituale» ricorda oggi padre Franco Moscone ultimo successore, in ordine di tempo, sulla cattedra della Chiesa di Siponto-Manfredonia che lo venera il 7 di febbraio, giorno della sua morte.
UNA FESTIVITA’ in tono minore, niente a che vedere con lo sfarzo e le controversie della “Festa grande” per antonomasia di fine agosto la cui “manifestazioni civili” sono affidate generalmente ad un comitato cittadino il più delle volte assemblato all’ultimo momento. Nessun problema per le celebrazioni religiose che seguono il cerimoniale consolidato della Chiesa. Anche per questo 2023, la preparazione per la festa di San Lorenzo Maiorano è iniziata il 29 gennaio scorso con la novena animata dalle Comunità parrocchiali cittadine. Quella del primo febbraio è stata presieduta da mons. Domenico D’Ambrosio e dedicata a mons. Valentino Vailati nel 25esimo della morte. Martedì 7 dopo la santa messa stazionale presieduta dall’arcivescovo padre Franco Moscone, la statua del Santo Patrono viene portata in processione per la benedizione del mare. La sfilata va ben oltre l’ora di pranzo pertanto tradizione vuole che in quel giorno il piatto tipico è quello di pasta con la ricotta la cui preparazione richiede poco tempo.
“DEFENSOR CIVITATIS” definisce San Lorenzo Maiorano l’arcivescovo Moscone che riscontra una forte analogia della condizione in cui si trovava Siponto al tempo del vescovo venuto dall’Oriente, con «l’umanità di oggi di Manfredonia non dissimile di quella di allora». Ricorsi storici che, mutatis mutandis, suggeriscono all’arcivescovo Moscone, riflessioni e considerazioni che consegna alla città, alla meditazione dei suoi cittadini. Il Presule di oggi ripropone l’immagine del Patrono Lorenzo Maiorano raffigurato nell’affresco di Michaelsberg nei presi di Monaco in Germania, davanti alla porta della città di Siponto con le mani oranti, per custodirla da vero padre. «Quella città è oggi – indica – la nostra casa comune, il primo luogo dove siamo chiamati a vivere da fratelli. Forti del suo esempio non prendiamo dalla nostra città solo quello che egoisticamente ci serve, ma preoccupiamoci di tutti, a partire dai più poveri, dalle persone disagiate, che sono in aumento anche a causa della guerra, tornata in Europa, e la conseguente crisi energetica. Lorenzo ci chiede di essere artigiani di pace e di stroncare ogni speculazione che mette ancora più in difficoltà chi si trova già in situazione di fragilità».
SULL’ESEMPIO di San Lorenzo Maiorano, padre Moscone esorta i cittadini di oggi «a diventare noi “patroni” di chi non ha nessuno; vinciamo l’inimicizia, l’indifferenza, l’odio che riempie il cuore di violenza; difendiamo la legalità con azioni quotidiane di vita. Guardiamo la nostra città partendo da chi è più fragile; rendiamola vivibile per tutti, luogo di incontro nella solidarietà che diventa cultura. Non viviamo Manfredonia da estranei, non prendiamo solo quello che pensiamo ci riguardi, perché ci riguarda tutto».
Michele Apollonio