L’INGEGNERE Giuseppe Di Tullo, dirigente del V settore lavori pubblici, si è dimesso dall’incarico. È la prima vittima dell’ingarbugliato e oscuro “affaire Engie” (l’appalto da 38 milioni di euro dei servizi energetici e di illuminazione comunale) a seguito dell’acceso e violento dibattito (leggi: accuse reciproche) svoltosi in consiglio comunale su quel punto per il quale si chiedeva “la dichiarazione di pubblico interesse” che la maggioranza ha rigettato mentre l’opposizione ha abbandonato l’aula.
LA DECISIONE dell’Ingegnere Di Tutto, figura storica della tecnostruttura comunale, dirigente apprezzato, punto di riferimento delle attività amministrative non solo tecniche, ha risposto con le dimissioni protocollate il giorno dopo di quel caotico consiglio, alle accuse rivoltegli dal consigliere Gianni Sventurato secondo le quali il dirigente non avrebbe risposto ad alcune “pec” inviategli nelle quali si richiedevano dei chiarimenti sulla pratica Engie.
UN ATTACCO rintuzzato dalla minoranza definendolo strumentale alle manovre della maggioranza ed evidenziando la onestà e la indiscutibile competenza e diligenza dell’ingegnere Di Tutto. «Sono accuse che fanno il tempo che trovano» ci ha dichiarato. «La questione è più politica che tecnica. Le carte stanno là e parlano chiaro. D’altra parte non mi hanno mai chiesto di relazionare di persona con un confronto sulle varie questioni aperte».
TRA I NUMEROSI messaggi di stima e solidarietà, quello del consigliere Raffaele Fatone che si dice «profondamente amareggiato che una persona con tale esperienza, riconosciuta capacità e massima abnegazione verso il nostro Ente abbia deciso di lasciare il suo ruolo che, con evidente senso civico, guidava da anni»; mentre la consigliera Maria Teresa Valente rileva «come sia paradossale il fatto che ad elevarlo al rango di dirigente sia stato proprio Rotice che ora dice di non fidarsi: è evidente che si è voluto trovare semplicisticamente un capro espiatorio per una vicenda tutta da chiarire».
SU TALE versante pesano le “rivelazioni” dell’assessore alle opere pubbliche Angelo Salvemini, il più votato in assoluto facente parte di una lista civica del sindaco. Per tali dichiarazioni Rotice lo ha licenziato. Una estromissione che non ha alcuna conseguenza sulla composizione della maggioranza avendo perso Salvemini la qualifica di consigliere nel momento in cui è stato nominato assessore.
I GIOCHI sono aperti ad ogni opzione. Il sindaco Rotice a conclusione della guerreggiata seduta consiliare ha dichiarato che sarà approntato un nuovo bando aperto a tutti coloro che vorranno partecipare. Al momento, estromessa la Engie (a meno di rivalse contrattuali), in campo rimangono le due pretendenti che, secondo Salvemini, avrebbero provocato «il cambio di rotta del sindaco», vale a dire la “Elettrogesuele srl” e il consorzio “CNS”. Due concorrenti che «per mera casualità – schernisce Salvemini – hanno formulato proposte complementari. Una stranezza – osserva – che assume i connotati dell’assurdo se si considera che ad entrambi i proponenti è riconducibile uno stesso soggetto che ha rivestito un ruolo importante nella campagna elettorale a supporto dell’attuale sindaco».
E QUI sembrerebbe che il cerchio si chiuda. A mantenerlo aperto ci sono le denunce incrociate al Prefetto e alla Procura della Repubblica di Foggia.
Michele Apollonio