È diventato un cliché ormai consunto ma sempre pronto a evidenziare la fotografia di una questione pluridecennale, ma sempre arzilla per suscitare l’interesse preoccupato della gente di Manfredonia. L’immagine riportata ancora una volta alla ribalta è quella dell’Energas, ovvero di un mega-deposito di Gpl da realizzarsi alla periferia di Manfredonia con collegamento sottomarino al molo del porto industriale. La didascalia annuncia che quella questione che tanto allarme e discussioni ad ogni livello ha innescato, sarà all’attenzione del consiglio dei ministri per una decisione definitiva: o si darà il via libera alla sua costruzione, o la si archivierà definitivamente.
A dare l’allarme tipo grida manzoniana, il sindaco Rotice annunciando di avere avuto da Roma notizia che la presidente del consiglio dei ministri si vorrà occupare del caso Energas che va avanti con alterne vicende spesso contraddittorie fra di loro, da fin troppo tempo e prendere quindi una decisione. Il sindaco ha pertanto indetto una riunione nel municipio di Manfredonia al quale ha invitato ad intervenire le istituzioni di riferimento del territorio per l’ennesimo pronunciamento su quella annosa questione. Un summit improvvisato presenti col sindaco Rotice e alcuni consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza, il presidente della Provincia di Foggia, Gatta, l’europarlamentare Furore, i deputati Gatta e Lovecchio, la senatrice Naturale, l’assessore regionale Barone, il consigliere regionale Campo, conclusosi con la sottoscrizione di un documento nel quale si ribadisce l’opposizione all’insediamento sulle rive del golfo di Manfredonia di un deposito costiero di Gpl.
«All’esito dell’incontro odierno, tutti i rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche presenti hanno rinnovato il loro impegno a far valere in ogni sede, comprese quelle ministeriali, la volontà già espressa dalla Città e chiedono al Presidente della Regione Puglia di confermare le ragioni di opposizione della comunità cittadina all’insediamento e di rappresentarle nella riunione alla quale sarà invitato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per la decisione sull’argomento» è detto nel documento dopo una articolata ricostruzione della vicenda. In buona sostanza un ricalcare precedenti documenti rimasti tutti senza risposta. L’ultimo nel novembre scorso a seguito della notizia arrivata da Roma che annunciava per il 10 di quel mese una riunione del Consiglio dei ministri presieduto dalla presidente Meloni con all’odg per l’appunto la questione Energas.
Anche allora si espresse “incredulità e contrarietà”, ci furono concitate prese di posizioni da parte delle varie autorità istituzionali, della associazioni culturali. Un fiume di parole e una caterva di comunicati che hanno sortito l’effetto solo di congelare l’argomento e di rinviarlo alla seduta del Consiglio dei ministri del 2 febbraio prossimo. Non è dato conoscere in questo frattempo cosa avverrà. Il rilievo che da più parti viene mosso è quello di non aver opportunamente tallonato con azioni di pressing il Governo per una approfondita disamina delle vocazioni e delle opportunità di sviluppo del territorio meritevoli di maggiore attenzione e considerazione e dunque mirati interventi.
Michele Apollonio