Giovedì 14 Novembre 2024

Gli auguri natalizi dell’arcivescovo Moscone

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PACE, ingiustizie, ineguaglianze, ambiente, lavoro: sono le parole chiave negli auguri per questo Natale 2022 dell’arcivescovo di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, padre Franco Moscone. «Non si tratta – indica – di valori “non negoziabili”, ma di “presenze ineludibili”, lì è il nostro posto, lì dobbiamo abitare. Mai come in questo momento – afferma – abbiamo bisogno innanzitutto di disarmare e non di armare. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di offrire solidarietà, accoglienza, vicinanza e dire basta con la guerra e si alla Pace».

IL PRESULE sipontino si interroga a cosa ci impegna particolarmente il Natale di quest’anno. «Ad essere uomini e donne di comunione pur nelle differenze, per costruire quel cammino comune auspicato dal Sinodo che stiamo vivendo in seno alla Chiesa cercando di aprirci agli altri: al mondo dell’associazionismo e della società civile, di varia natura e di diversa estrazione, che anima il dibattito sociale, economico e politico».

INSISTE l’arcivescovo garganico sui «principi di responsabilità, sussidiarietà, solidarietà e partecipazione come promossi dalla Dottrina sociale della Chiesa. Principi ed attenzioni – spiega – che vanno affermati e ribaditi sempre adattandoli a forme e linguaggi comprensibili al nostro territorio, anche quando i contesti contemporanei sembrano procedere per altre strade ed ammiccare al “pensiero unico”».

AUSPICA padre Franco «che il Natale 2022 costituisca il momento opportuno per riflettere e affermare con forza che nessuno basta a sé stesso, che siamo tutti interconnessi dentro un ecosistema integrale di natura, umanità e storia. Occorre essere – esorta – affamati e assetati di Giustizia, operatori di Pace e operai di autentica sinodalità».

COME sempre l’arcivescovo Moscone coglie, interpreta e partecipa appieno il sentimento del popolo non solo di Dio, dei manfredoniani in particolare. È rientrato nella sede arcivescovile di Manfredonia dopo un ricovero alla Casa sollievo di San Giovanni Rotondo, e presidierà tutte le previste funzioni natalizie, meno quella solita della benedizione del presepe in Piazza del Popolo. Non potrà farlo perché il presepe non c’è. Il “cuore della città” è rimasto privo del tradizionale presepe cittadino.

UNO SMACCO inqualificabile per la città. Assurdo e ancor più imbarazzante per i motivi che sarebbero alla base di quella rinuncia ad un simbolo di speranza e di pace nel quale la cittadinanza confida. Mancherebbe l’autorizzazione della Soprintendenza. E mancherebbe perché non sarebbe stata richiesta. Un ritornello stucchevole che ha caratterizzato tutte le manifestazioni cittadine condizionandone tempi e modalità. Va detto che nella pur lunga tradizione del presepe in Piazza del Popolo, mai è stata neppure ventilata una tale procedura. E in ogni caso perché non si è provveduto? Anche questa semplice operazione è la palese dimostrazione – rileva la gente infuriata – quanto meno della sciatteria di una amministrazione comunale che non è stata capace nemmeno di provvedere all’allestimento del presepe natalizio.

  Michele Apollonio  

 

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