Domenica 22 Dicembre 2024

Il rebus della Seasif

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«A BREVE l’investimento potrà partire» è la dichiarazione a sorpresa del presidente reggente di Confindustria Foggia, Ivano Chierici; «Ad oggi qui non è stata depositata alcuna istanza» rivela il Commissario governativo alla ZES Adriatica, Manlio Guadagnolo; «Se non si risolve la questione dei nastri trasportatori il progetto non potrà avviarsi» obbietta l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi.

OGGETTO di tali dichiarazioni contraddittorie la “Seasif Holding”, azienda multinazionale operante in vari settori dell’industria. Per tanti aspetti un rebus. Che in buona sostanza perdura sin dal primo annuncio, a luglio 2021, dell’interesse dell’imprenditore milanese Franco Favilla, per Manfredonia, per il porto e le aree retroportuali. Seguì la richiesta presentata all’AdSPMAM, di concessione di parte della banchina del porto alti fondali detto “industriale”. Era la pubblicizzazione ufficiale del progetto Seasif consistente in un polo di prelavorazione di bentonite e materiali polimetallici, la produzione di biocarburanti, utilizzando come materia prima le cosiddette “terre rare” da importare via mare, ricche di elementi che trovano una ampia applicazione in vari settori della tecnologia avanzata e delle energie rinnovabili. L’investimento annunciato è di 300milioni di euro che dovrebbero produrre duecento posti di lavoro.

NONOSTANTE queste premesse e prospettive, il progetto Seasif non ha avuto favorevole accoglimento, per via, si è osservato da parte delle organizzazioni ambientaliste, di marcati aspetti ambientali. Fino ad ora il progetto è rimasto in stand by a causa dei nastri trasportatori. Fase nodale dell’attività Seasif è quella legata all’uso di quel collegamento tra le banchine portuali e il retroporto attrezzato con ferrovia, che corre lungo i circa tre chilometri di pontile del porto industriale. Venne realizzato dall’Enichem, ma mai entrato in funzione e neanche collaudato. Proprietaria è l’ASI che non ha risolto il contenzioso con l’impresa che costruì quei nastri.

«SE NON si sblocca quella situazione, la Seasif, che paga regolarmente il canone della concessione portuale, non può andare avanti» dichiara alla Gazzetta il presidente dell’AdSPMAM, Ugo Patroni Griffi. «E d’altra parte – incalza – è una situazione che va risolta in tempi rapidi. La Seasif è l’unica ad avere espresso interesse per quell’impianto: a questo punto l’ASI deve risolvere il contenzioso e decidere: o si consente alla Seasif di accedere ai nastri, o dovrò provvedere al loro smantellamento. È ormai prossimo l’appalto della progettazione esecutiva delle opere di rifunzionalizzazione della struttura portuale».

OLTRE ad un’area sulla banchina del porto industriale, il progetto Seasif prevede un investimento sostanzioso nel retroterra, nelle aree Zes. A quell’epoca, quando il progetto Seasif venne annunciato, la Zes del comparto Manfredonia-Monte Sant’Angelo era stata perimetrata, ma non aveva ancora un referente responsabile. La nomina del Commissario governativo, come noto, è avvenuta nell’aprile scorso con la designazione dell’ingegnere Manlio Guadagnolo. Col quale ovviamente la Seasif dovrà dialogare per poter entrare nella Zes.

IL COMMISSARIO Guadagnolo intervistato dalla Gazzetta, è stato laconico: «Qui non è arrivata nessuna istanza da parte della Seasif». Il rebus rimane tutto da sciogliere.

  Michele Apollonio

 

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