I CONSIGLIERI della maggioranza consiliare come Lucio Cornelio Silla (138-78 a.C.), dittatore romano autore delle “liste di proscrizione” contenenti i nomi di cittadini romani oppositori del suo regime additati come “pubblici nemici” eppertanto perseguitati. Stessa cosa hanno fatto i consiglieri comunali che supportano il sindaco Gianni Rotice: hanno pubblicato in un post i nomi dei consiglieri di minoranza che al momento del voto di una delibera sulla quale si erano dichiarati contrari, hanno abbandonato l’aula. L’aspetto fazioso non è certo la divulgazione dei nomi dei consiglieri (accompagnati peraltro da notazioni di scherno) che hanno ritenuto di dissentire dalla delibera come proposta (più argomenti con una sola votazione) abbandonando l’aula, quanto piuttosto l’aver additato quei consiglieri che hanno ritenuto di esprimersi secondo quanto la norma e il regolamento consiliare consentono, come «nemici dei commercianti», «disinteressati verso i temi veri e le difficoltà della città» e tanto altro. Vere e proprie “liste di proscrizione” sottoscritte peraltro dalle sole formazioni politiche che sostengono il sindaco Rotice: “Strada facendo” e “Io voto Gianni”.
ACCUSE che naturalmente l’altra parte ha prontamente rintuzzato rispondendo agli attacchi con eguale virulenza. Quello di una continua, spesso immotivata, conflittualità esasperata, è ormai il format caratterizzante la “politica amministrativa” locale che non riesce più a mascherare le deficienze e le difficoltà di base di una città alla ricerca di sé stessa.
CASUS BELLI d’occasione, il contributo deciso dall’esecutivo Rotice in favore di alcune (quattro) categorie di commercianti per bilanciare gli aumenti della precedente scure della TARI calata su quelle categorie. Un provvedimento sul quale si sono andate sviluppando posizioni contrapposte riverberate in consiglio comunale con l’esito di cui innanzi e che rimane agli atti dell’assemblea comunale. Un dibattito politico debordato dall’aula consiliare e soprattutto dal solco dell’ordinario e legittimo confronto di idee, per essere svilito in “assalti” che hanno (o dovrebbero avere) ben poco o niente a che fare con la politica e il governo della città e che toccano presidi democratici fondamentali quali la libertà di opinione e di critica.
«FA RIFLETTERE e preoccupa il comunicato dei supporter del sindaco – denuncia il PD – che per la violenza dei toni e il contenuto intimidatorio si pone al di fuori di qualsiasi normale dialettica maggioranza-opposizione e rimanda a ben altri indegni contesti. Qui siamo ben oltre l’analfabetismo istituzionale, siamo all’uso del ruolo politico ed istituzionale per intimidire gli avversari politici, usando tra l’altro a piene mani la menzogna e la mistificazione».
DI QUELLE belle intenzioni elettorali di pax sociale, trasparenza politica-amministrativa, di linguaggi consoni a persone responsabili, alle criticità incalzanti, manco l’ombra. Pare anzi che le cose si siano ulteriormente aggravate. Rimangono le perplessità e i dubbi sulla possibilità di accedere ai fondi così come deliberato dalla maggioranza, da parte della quattro categorie interessate. Mentre per il Comune staziona l’ombra del debito fuori bilancio.
Michele Apollonio