Avrei voluto iniziare il mio pensiero o segnalazione con un nome e cognome oppure con una foto, ma la persona o le persone di cui parlerò hanno preferito l’anonimato, dando così più lustro a quello che fanno.
Da alcuni mesi si prendono cura, in modo gratuito e a titolo di volontariato, mettendo a disposizione una parte del loro tempo, della gestione del verde della villetta in piazza Europa (ex magistrale). Il lavoro viene svolto in maniera impeccabile, con impegno e abnegazione, senso civico e del dovere, dando lustro a questo angolo della nostra città.
Il loro entusiasmo sta coinvolgendo lentamente tutto il quartiere ,il quale si offre anche con aiuto lavorativo e economico. Questo non è l’unico episodio di intervento privato che non aspetta l’intervento pubblico per la gestione del verde pubblico nella nostra città, anzi c’è ne sono altri anche sponsorizzati, ma quando uno spazio pubblico viene curato direttamente da cittadini volontari, il gesto merita di essere messo particolarmente in risalto per il profondo senso civico che trasmette dimostrando “concretamente la propria cultura di cittadinanza attiva”. La nostre città è ricca di spazi pubblici (a volte sconosciuti), ma non sempre le piazze, le strade e i giardini sono anche luoghi accoglienti e vivibili dove è piacevole sostare ed incontrarsi. A volte manca l’ombra di un grande albero dove riposare, altre volte manca un giardino fiorito dove flora e fauna spontanea possano vivere e riprodursi o in cui stare seduti comodamente, a chiacchierare, in compagnia per leggere un libro, per dialogare. Spesso raccolgono purtroppo l’incuria della gente che le sporca e le lascia in brutte condizioni.
Coltivare lo spazio pubblico dovrebbe essere parte di noi stessi, del nostro essere normale creando azioni di cura e di governo di questi beni per essere cittadini custodi del bene comune.
Leggevo l’altro giorno in un quotidiano il concetto di essere comunità: una parola intesa come addizione di singoli individui che a loro volta creano altre unità che si mettono insieme. Bello, ma la comunità esige dei doveri e dei diritti a cui ognuno di noi non può di volta in volta dondolare di qua e di là. Abbiamo il diritto di avere una città pulita, ordinata, rispettosa del suo ambiente ma abbiamo anche il dovere di partecipare a questo, vi è necessità di moltiplicare all’infinito quelle piccole esperienze, quelle idee che ci sono, che magari realizziamo nelle piccole associazioni ma che spesso passano e volano come foglie d’autunno.
Invece vediamo le nostre città crescere in maniera disordinata, senza nessun disegno di sviluppo a medio termine, senza la bellezza. Si sottopone il problema e ti rispondono che è tutto regolare, risponde ai criteri di legge.Ma davvero questo è tutto normale, ma davvero è previsto che si cresca così?La bellezza ed il rispetto dell’ambiente hanno un valore altissimo, rappresentano la nostra storia, la nostra cultura, il territorio. Sul ruolo che possono avere i giovani a difesa dell’ambiente, Greta Thumberg ha detto: “Ci sono molte cose che i giovani possono fare per migliorare la situazione: soprattutto fare pressione sulle persone al potere e sugli adulti, perché sono coloro che possono avere più influenza. Ma ci sono anche cose che si possono fare a livello individuale per cambiare le proprie abitudini, la cosa più importante che possiamo fare è cercare di capire la portata della situazione, che cosa sta succedendo e il motivo per cui dobbiamo darsi da fare”.Spesso le nostre strade, le passeggiate, si presentano piene di rifiuti abbandonati o mal riposti, a cui non sempre la pulizia quotidiana riesce a compensare; certo non è facile perché la prima domanda che ti pongono è: Ma perché devo pulire io, perché devo darmi da fare, le tasse che le pago a fare? Noi rispondiamo che in una società civile il decoro di strade e piazze è anche e soprattutto un dovere personale, questi spazi che ri-presentiamo non sono di altri, appartengono a noi tutti, rappresentano il vestito della nostra bella città. Inoltre la cura ed il decoro creano attenzione e rispetto, ricordiamoci che il degrado porta degrado.
Se amiamo il luogo dove viviamo, dobbiamo accogliere gli ospiti mettendo in bella vista quello che c’è, la forma più bella, non certo presentandone gli aspetti spogli, brutti.
La riapertura di uno spazio abbandonato, di un luogo di ritrovo, di un edificio vuoto, possono essere occasioni per ripartire, Manfredonia chiede di essere gestita con l’impegno di tutti, c’è chi bussa alla nostra porta per tutto questo, non lasciamola chiusa per favore. Non firmo questo mio articolo, perché come i miei vicini, voglio lavorare per il mio quartiere, per la mia città, per tutto quello che mi circonda in silenzio, quel silenzio che sposta le montagne.