«Che fine ha fatto l’impianto di stoccaggio e selezione di rifiuti non pericolosi costato ai cittadini 800mila euro che si aggiungono ai costi del mancato servizio a causa dell’impianto non funzionante?». La domanda pregna di inquietanti risvolti, la pone il consigliere di minoranza 5Stelle, Gianluca Totaro che riesuma una questione risalente orsono una decina di anni. Si tratta dell’impianto di stoccaggio temporaneo e centro di selezione dei rifiuti non pericolosi provenienti dalla raccolta differenziata, di proprietà dell’Azienda servizi ecologici partecipata dal Comune di Manfredonia, con un investimento di 800mila euro proveniente dal ciclo dei rifiuti. L’impianto ubicato nella sede dell’Ase nell’area industriale Coppa del vento, a monte della statale 89 a pochi chilometri da Manfredonia, inspiegabilmente non è mai entrato in funzione.
«L’entrata in funzione di tale impianto – argomenta Totaro – è vitale per una gestione più strutturata e completa del ciclo dei rifiuti della nostra città. La sua attivazione potrebbe portare ad una riduzione non irrilevante negli attuali costi sostenuti dall’azienda e dunque alleggerire la tassazione dei cittadini contribuenti. Sebbene l’Ase sia controllata dal Comune di Manfredonia per il 96,88%, ad un anno ormai dall’insediamento della nuova amministrazione, non si hanno notizie di questo impianto nonostante sia stato più volte trattato nella Commissione 1°, alla presenza dell’assessore Giuseppe Basta che ha dichiarato la disponibilità dell’amministrazione comunale ad avviare un percorso per venire a capo della questione. Fino ad oggi – rileva Totaro – c’è stata una netta alzata di muro su tutti gli argomenti posti all’attenzione dell’esecutivo».
La questione rifiuti è divenuta quanto mai scottante. L’attenzione degli organi preposti non si può esaurire all’area urbana dalla quale tuttavia non mancano lamentele. Di vere e proprie discariche abusive, come denuncia costantemente il comandante degli ispettori ambientali volontari Giuseppe Marasco che va svolgendo un servizio quanto mai prezioso di supporto agli organismi di riferimento, ne spuntano giorno dopo giorno. La cittadinanza fa del suo meglio collaborando all’espletamento del servizio di raccolta rifiuti porta a porta. Ma evidentemente non basta. L’attenzione è appuntata sull’Ase. Non ha mai avuto vita facile. È anzi fronte di continue battaglie che non hanno mai risolto le questioni di fondo. Tuttalpiù hanno determinato delle tregue. Emblematica e preoccupante è la situazione in corso.
L’amministratore unico nominato dalla Commissione straordinaria al Comune, ha presentato le proprie dimissioni orsono alcuni mesi, su sollecitazione della nuova amministrazione arrivata a Palazzo San Domenico che non ha ancora deciso sul da farsi. Non ha nemmeno informato il consiglio comunale. Sollecitato dalla consigliera Valente, il sindaco Rotice è rimasto nel vago. Il nuovo statuto dell’Ase che prevede un preciso percorso di evidenza pubblica per l’individuazione dell’amministratore unico, dovrebbe evitare quel pensoso viavai di AU verificatosi nella precedente amministrazione comunale che portò al vertice di quell’azienda ben cinque AU in tre anni senza che si sia risolto il problema. Un tassello fondamentale nel composito e travagliato mondo dell’Ase che richiede la massima attenzione e trasparenza.
Michele Apollonio