Venerdì 22 Novembre 2024

Basta COSAP per i commercianti

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  Esigenze di bilancio la fanno lievitare del 4oo per cento

LA COSAP è il canone che si deve pagare per le occupazioni permanenti e temporanee realizzate su suolo demaniale comunale e quindi strade, piazze, mercati e via dicendo. Una tassa che si aggiunge a tante altre. Una tassa che a Manfredonia ha raggiunto quote ritenute dai titolari di dette aree, non più sopportabili: oltre 400 per cento di aumento. Tant’è che non sono pochi gli esercenti che hanno rinunciato, in tutto o in parte, all’occupazione di suolo pubblico senza tuttavia rinunciare alle proteste.

NEGLI ultimi tempi, complice la pandemia che ha portato al congelamento della Cosap, si è consentito di occupare suolo pubblico prospicente all’attività (bar, ristoranti, eccetera), per consentire ai vari esercenti di recuperare spazi all’interno dei locali ove è stato imposto il distanziamento degli spazi utili. Sono pertanto proliferati pedane, gazebo e recinzioni di spazi sottratti alla pubblica fruizione spesso in maniera poco razionale, che se hanno conferito alla città una apparenza turistica, hanno costituito, una volta ristabilita l’agibilità ambientale, oggetto di tassazione.

TASSAZIONE che sarebbe stata accolta di buon grado, atteso che le tasse si pagano, ma non con la batosta che l’imprenditoria locale lamenta. A determinare una situazione prossima all’emergenza, quel bubbone che la città si porta dietro del Piano di riequilibrio finanziario che impone l’accantonamento annuale di una cospicua somma che la civica amministrazione deve recuperare attraverso la tassazione dei cittadini. Un calvario che inizia dal marzo 2019 allorquando la civica amministrazione del tempo decide di portare da 329.837 euro a 900mila euro l’apporto della Cosap al bilancio comunale. «E non operando con azioni quali la lotta all’abusivismo e all’evasione» osservano i commercianti.

IL TAR, al quale si era rivolta la Confcommercio, ha annullato gli aumenti che però sono stati ristabiliti dalla Commissione straordinaria che tuttavia passano sotto silenzio “coperti” dalla pandemia da Covid. «Distolti dalla pandemia Covid e dalla gestione di problematiche di sopravvivenza, si è perso un po’ di vista la problematica annebbiati anche dagli interventi governativi che in aiuto alle imprese hanno “congelato” il pagamento della Cosap».

IL BRUSCO e amaro risveglio con l’arrivo delle cartelle Cosap. «La nuova Amministrazione Rotice elabora il DPEF per il 2023 prendendo per buoni molti dati dei documenti precedenti tra i quali gli introiti della Cosap con le tariffe “drogate” da aumenti inconcepibili e ingestibili da parte delle imprese» scrivono gli imprenditori che aggiungono «È chiaro che qualcuno ha preso un granchio e senza consultare delegazioni di imprese e associazioni di categoria ha deciso da solo sul merito delle tariffe». Una situazione surreale che «dimostra – annotano gli esercenti – come l’amministrazione comunale non comprende le difficoltà congiunturali nelle quali molte aziende della città si stanno cimentando per la sopravvivenza. Le cifre di cui parliamo sono da capogiro».

L’UNICA “agevolazione” concessa è stata la rateizzazione che non è stata accettata come «soluzione risolutiva del problema». Sono pertanto intervenute le associazioni di categoria Confesercenti, Confartigianato e Confcommercio che hanno avanzato delle proposte «che necessitano di decisioni politiche e di politici coraggiosi in grado di prenderle».

  Michele Apollonio

 

 

 

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