Martedì 23 Luglio 2024

Il Governo Meloni dà il via libera al progetto Energas

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Ma l’annuncio viene congelato qualche ora dopo

LA NOTIZIA è arrivata come fulmine a ciel sereno. Portata da un comunicato stampa del Consiglio dei ministri del 10 novembre scorso presieduto dal presidente Giorgia Meloni, che ha approvato, su proposta della stessa Meloni e del ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, un decreto legge che introduce misure urgenti in materia di energia elettrica, gas e carburanti. Fra le varie misure adottate, al paragrafo “Conferenze di servizi – Dissenso da parte di amministrazioni”, il deliberato, ai sensi della legge n.241/90, “ratione temporis” (impedisce la valutabilità di un provvedimento amministrativo o verifica di legittimità nei confronti di una norma intervenuta postuma) vi è «il superamento della mancata intesa della Regione Puglia ai fini dell’autorizzazione relativa alla realizzazione di un deposito costiero di GPL e delle opere connesse, nell’area industriale di Manfredonia (FG) in località Spiriticchio, proposto da Energas S.p.a.».

SI TRATTA, come noto, della istallazione nell’area industriale, a pochi chilometri dall’abitato di Manfredonia, di un deposito di Gpl di 12 serbatoi da 5mila mc ciascuno collegato al porto industriale con una condotta sottomarina di 10 chilometri e alla stazione ferroviaria di Frattarolo. Un progetto che ha ottenute tutte le autorizzazioni previste.

LA DELIBERA del Governo pone la parola “fine” alla questione che si perde negli anni roventi del dopo Enichem? Se si legge il perentorio deliberato del Governo da poco insediatosi a Palazzo Chigi, parrebbe di si; ma se si guarda alla storia tormentata, dibattuta a suon di atti e ricorsi, plateali opposizioni della popolazione di Manfredonia (c’è stato anche un referendum contrario), sostenuta dagli enti locali, dal Comune alla Provincia alla Regione, quell’obiettivo appare quanto meno incerto. Un clima tribolato, con colpi di scena che hanno fatto pendere la bilancia della contesa Energas-Manfredonia, ora da una parte ora dall’altra. Un braccio di ferro ad oltranza che a quanto pare si sta riproponendo.

A MANFREDONIA, ma non solo, la notizia ha suscitato scalpore e preoccupazione. Il consigliere regionale manfredoniano, Paolo Campo, in una nota rileva come «Il Governo ha deciso che l’impianto Energas si farà e lo ha deciso disprezzando la contrarietà dei cittadini e l’opposizione delle istituzioni territoriali. La Giunta regionale – invita – impugni l’atto e faccia rispettare la volontà del territorio». E spiega come «Il centrodestra vuole consentire la realizzazione di un’infrastruttura potenzialmente pericolosa e sostanzialmente inutile ai fini del contrasto della crisi energetica in un’area già segnata tragicamente da incidenti industriali e ancora gravata dagli effetti ambientali di scelte passate». Campo si rivolge «ai parlamentari che ci rappresentano, a partire da quelli di centrodestra, invitandoli a non accettare supinamente il deliberato del Governo».

«INCREDULITA’ e contrarietà» esprimono i consiglieri comunali 5S, Raffaele Fatone e Gianluca Totaro: auspicano «che prosegua la battaglia contro il deposito, portata avanti dalle forze politiche, dalle associazioni culturali e politiche, da tutta la cittadinanza». E chiedono con urgenza al deputato sipontino Giandiego Gatta, al sindaco e alla amministrazione comunale, spiegazioni in merito a questa imprevedibile autorizzazione al deposito Gpl». Per Iolanda D’Errico, presidente di “Manfredonia Nuova”, la decisone del Governo «è il frutto dell’immobilismo dei nostri rappresentanti politici».

ANCHE il PD è sceso in campo: «Il Governo Meloni ha scelto da che parte stare: con Energas, contro il 95% dei manfredoniani che hanno votato NO alla realizzazione dell’inutile e dannoso mega impianto di GPL sulla costa a sud della città. Anni di manifestazioni civiche e assemblee istituzionali resi inutili da una decisione che scavalca la nostra volontà e ci impone di accettare la volontà di chi è a Roma e nulla sa della nostra storia».

IL COLPO di scena in tarda serata: da Roma si fa sapere che il deliberato del Consiglio dei Ministri è stato congelato e che della questione se ne riparlerà in un prossimo Consiglio. Respiri di sollievo.

   Michele Apollonio

 

 

 

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