LA DELIBERAZIONE dell’alloggio popolare e relativa consegna al nuovo nucleo familiare; il caso in contestazione della contrattualizzazione di un alloggio presso il mercato ortofrutticolo; la notizia della ripresa del servizio di ginecologia all’ospedale San Camillo, subito dopo ritirata: sono tre esempi sui quali si è riversata l’attività dei consiglieri comunali di minoranza che hanno stigmatizzato con accenti forti e sprezzanti, l’atteggiamento tenuto dal sindaco Gianni Rotice nei confronti di tre episodi significativi ed espressivi di una politica inadeguata che fa leva su una propaganda effimera. In particolare viene censurato quella maniera trionfalistica di annunciare come propri successi, circostanze del tutto ordinarie, per le quali basterebbe per comunicarle, un linguaggio semplice e usuale, senza fronzoli e richiami inopportuni. Quando addirittura risultino completamente inventati.
È IL CASO clamoroso della consegna di un alloggio popolare che il sindaco si è fatto vanto di averlo “liberato” da un nucleo familiare che “non ne aveva diritto” per consegnarlo ad una famiglia che aveva diritto. Una cerimonia pomposamente propagandata e corredata anche da un selfie, altra caratteristica propagandistica del primo cittadino. Solo che era tutta una montatura. L’alloggio era vuoto e disabitato da mesi e non c’è stato alcun bisogno di liberarlo in nome dei “diritti e della legalità” tant’è che la famiglia che “non aveva diritto” (abita in un appartamento di sua proprietà) ha affidato ad un legale il mandato di tutelare la propria onorabilità, del rispetto, questa volta si, dei diritti e della legalità.
ANCOR più capziosa è la situazione che richiama diritti e legalità, denunciata dalla consigliera comunale Mariarita Valentino facendo riferimento ad una delibera della giunta comunale (n.189 del 27ottobre 2022) con la quale «si intende regolarizzare una occupazione abusiva al mercato ortofrutticolo attraverso la contrattualizzazione di una locazione a chi per anni, in sopruso ai dettami di legalità, ha vissuto nella illegalità e nella scorrettezza. Sono questi – si chiede la consigliera – i nuovi strumenti adottati dalla nostra amministrazione improntati ai diritti e alla legalità?».
IL TERZO episodio tocca corde ancor più sensibili del problema casa irrisolto, vale a dire la sanità e l’ospedale san Camillo. Questa volta non c’è stata nessuna contestazione in quanto è mancato il tempo: il sindaco ha infatti ritirato il comunicato-post subito dopo la sua pubblicazione (ripresa tuttavia da alcuni media). «Grazie al tempestivo intervento del sindaco Gianni Rotice è stata evitata la sospensione del servizio ambulatoriale di ginecologia ed ostetricia all’ospedale San Camillo di Manfredonia» proclama il post che racconta come «il nuovo significativo passo avanti per ridare dignità ed operatività al San Camillo» grazie all’intervento del sindaco che ha interloquito con la dirigenza dell’ASL e soprattutto col medico ginecologo in procinto di andare in pensione che «ha garantito il suo supporto di collaborazione anche dopo il pensionamento». Di più: il comunicato rivela avventurosamente che «sono state poste le condizioni perché vengano riattivati gli interventi di piccola chirurgia ginecologica». Perché è stata ritirata tanta bella notizia?
TRE CHICCHE in un contesto politico-amministrativo in affanno, lontano da quella discontinuità, da quel nuovo improntato a diritti e legalità e trasparenza. Ma c’è anche di più e di maggior preoccupazione. Come farebbe intendere il contrasto interno ai gruppi o ai singoli personaggi di maggioranza emerso in pubblico consiglio comunale, riguardante l’appalto dei servizi energetici comunali ritirato senza spiegazioni. Su tutto si tace. Palazzo San Domenico è diventato un coacervo ermetico dove al posto di vetri trasparenti ci sono corazze di piombo. E non si è ancora entrati (o forse si) nel contesto dei progetti economici.
Michele Apollonio