Venerdì 22 Novembre 2024

Ripartiamo dalle nostre origini

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Certe scelte, il più delle volte, condizionano il futuro delle nostre esistenze. La storia del nostro popolo inizia con Siponto ed il nostro fondatore, Re Manfredi, figlio del grande Imperatore Federico II, le cui testimonianze saranno raccontate fino alla fine dei nostri luoghi. Manfredi ordina ai suoi abitanti di lasciare la paludosa e malsana terra di Siponto per insediarsi in un golfo protetto. A lambire le acque del mare, viene eretto il castello di cui forse Manfredi vide porre solo le prime pietre, completato dagli angioini che ne definirono la struttura e svilupparono le mura per delimitare la città. Siamo a cavallo tra la metà del 1200 ed il secolo successivo. La dinamica della trasformazione dei luoghi, la cultura dei popoli e del loro attaccamento alle proprie origini, ci porta ai giorni nostri. Conservazione e cambiamento adeguando i luoghi ai tempi che chiedono nuove dinamiche e rinnovati usi degli spazi e delle cose. Nel 2013, una linea d’intervento comunitaria consente alla nostra amministrazione di avviare un piano integrato di rigenerazione urbana quale strategia utile all’innalzamento della qualità dell’abitare e al rafforzamento dei processi identitari, con azioni ecologicamente sostenibili ed innovative, finalizzate ad intervenire soprattutto sulla qualità e sul carattere dello spazio pubblico. Il progetto preliminare Lama-Scaloria, connessione: Mare, Città e Campagna venne realizzato su sollecitazione del compianto vicesindaco e assessore all’Urbanistica prof. Matteo Palumbo, redatto dal gruppo di lavoro composto dall’arch. Antonello D’Ardes, dall’arch. Roberto Russo, con la supervisione dell’Ufficio dei Piani (prof. Leonardo Rignanese) e coordinato dal Dirigente ing. Giovanni Spagnuolo e dal R.U.P. arch. Ciro Salvemini. Rendere sicuro il territorio, recuperare, per quel che possibile, una forma urbana ed un centro storico ridotto ai minimi termini dall’appropriazione indebita delle generazioni. Progettare gli spazi di aggregazione, riqualificando quelli esistenti. Il progetto definitivo nel 2013 era stato sviluppato dall’architetto Matteo Clemente e poi realizzato in appalto integrato sotto la direzione lavori del dirigente del Comune di Manfredonia Ing. Giuseppe di Tullo con la consulenza tecnica dell’architetto D’Ardes. Progetto complesso che attraversa trasversalmente la città dalla Lama Scaloria al Piazzale Maestri d’Ascia, passando attraverso i terrazzamenti dell’area di Torre Santa Maria, fornendo spunti di riflessione sulle nostre strade e le mura che quotidianamente viviamo, troppo distrattamente. Queste righe prendono spunto dalla curiosità, scaturita casualmente, notando alcune panche di marmo dislocate nel centro urbano, adornate di una mappa che raffigura l’antico centro urbano di Manfredonia con l’originale legenda scritta in spagnolo antico, lingua degli ufficiali del castello. Mappe dislocate lungo la direttrice Lama Scaloria, una vallecola che parte dal cuneo verde (di fianco all’ITE Toniolo, “Ragioneria”) che s’insinua nella città e si collega con il mare. Manfredonia non ha molte aree verdi, così come notiamo nelle grandi città, aree che potrebbero essere riqualificate e rese funzionali come aree verdi attrezzate, parchi urbani per il tempo libero. Aree spesso sottovalutate e trattate come semplici invasi, ignorandone la loro grande potenzialità sociale. Le panchine in pietra e arredo urbano collocate a completamento del progetto, sono state rivisitate nell’aspetto anche in considerazione dei diversi contesti in cui si vanno a inserire. La panchina, oltre ad una forma identitaria comune a tutti gli ambiti, diventa un utile veicolo di messaggi di orientamento (nome via o piazza), attraverso scritte d’ambito e un disegno/logo. Difatti, in ogni ambito, nel punto più visibile, è stata collocata una panchina, sul cui piano di seduta appare un trattamento a lieve bassorilievo utile a riprodurre uno stralcio di una mappa antica della città di Manfredonia, (periodo spagnolo 1740 circa), ovvero proprio di quel tratto urbano che va dalle mura alla marina interessato dal progetto Lama-Scaloria, assieme ad una legenda nell’originale lingua spagnola che riporta di ogni singolo ambito i toponimi originari. Un modo discreto e colto per raccontare parti di una città perduta. Accanto a questa mappa sono state realizzate due semplici scritte a bassorilievo nella parte inferiore ad angolo, nello spigolo più in vista, con il titolo del progetto (la via dell’acqua) e nell’altro spigolo l’ambito in cui si colloca il manufatto (Lama Scaloria, Torre Santa Maria, via delle Cisterne, Largo Diomede, La marina). Il progetto prevedeva anche una grande pedana/seduta posta al centro del grande spazio urbano di Largo Diomede tale da divenire il vero fulcro di una nuova piazza. Su questo elemento centrale era previsto il medesimo racconto grafico realizzato nei singoli luoghi della Rigenerazione. La storia, dunque, appartiene al presente che ha bisogno di essere progettato.

di Raffaele di Sabato

 

 

 

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