IL 23 NOVEMBRE prossimo sarà un anno dall’insediamento a Palazzo San Domenico della nuova amministrazione comunale a guida Gianni Rotice, dopo due anni di gestione commissariale straordinaria conseguente allo scioglimento per mafia del consiglio comunale in carica. La coalizione formata da due liste civiche facenti capo a Rotice, e da Forza Italia (l’altro partito presente è finito indipendente, l’unico rappresentante travolto da vicende giudiziarie), risultò vittoriosa al ballottaggio al termine di una campagna elettorale tiratissima. L’imprenditore Rotice si impose con un programma che prometteva, all’insegna “È ora di…”, discontinuità col passato, innovazione, trasparenza, sviluppo.
AD UN ANNO orami di governo della città, qual è il bilancio? Un resoconto non lo fa la coalizione Rotice, bensì, in modalità sintetica, il PD di Manfredonia prendendo spunto dagli ultimi episodi che hanno caratterizzato le sedute dell’assemblea consiliare. «I conflitti di interesse presenti nella maggioranza di centrodestra al governo della città – realizza – sono esplosi in modo evidente. Il consiglio comunale del 27ottobre, ci consegna un plastico di una maggioranza a pezzi, piegata dalle contraddizioni presenti al suo interno che per non cadere in minoranza ritira l’accapo riguardante il project financing sulla gestione della pubblica illuminazione, semafori, videosorveglianza, impianti termici, eccetera; e lo fa per bocca del capogruppo di FI senza che l’assessore proponente e il sindaco abbiano sentito il bisogno di spiegarne i motivi. Perché?».
L’ELENCO esemplificativo di una situazione governativa lampeggiante rosso, riportato nel documento PD, è alquanto articolato e non esaustivo. E dunque: il caso della segretaria comunale che sbatte la porta «per un rapporto di fiducia col sindaco venuto meno per motivi rimasti ignoti»; la riapprovazione della lottizzazione B8 «senza che il consiglio e la città fossero messi al corrente dello stato reale della situazione»; il provvedimento sulle urbanizzazioni dei comparti edilizi «è stato dato per letto come se la città non dovesse capire di cosa si stesse parlando»; le irregolarità riscontrate nell’uso di piazze con iter autorizzativi errati o deficitari; la serie di gaffe incredibili su parcheggi a pagamento, Tari, scuola; le aree industriali abbandonate; la querelle sulla case popolari finita nel dimenticatoio; stato di pulizia della città carene anche per le tensioni create nei confronti dell’ASE; la totale assenza di assunzioni di personale e dirigenti nonostante gli annunci fatti anche in vari consigli comunali «con qualche assessore totalmente ostaggio della propria boriosità».
UN CAMPIONARIO assortito e in qualche modo esplicativo. «Troppo difficile mantenere certe promesse da campagna elettorale, troppo forte il peso del passato negli uomini e nelle donne che formano giunta e maggioranza di governo, troppo poca applicazione da parte di chi vive l’amministrazione come un hobby dando priorità al proprio lavoro e ai propri interessi» incalza il PD che ricorda come i lavori stradali siano frutto di compensazioni aziendali e grazie al progetto regionale di 1,6 milioni di euro “StradaXStrada”; le luminarie se le pagano le attività private; le speranze riposte nei PNRR governativi. E dunque la stoccata conclusiva: «c’è qualcosa che sia farina del vostro sacco?»
Michele Apollonio