Presentato il 4 ottobre il libro sui perseguitati politici di Accadia, Anzano, Deliceto, Monteleone e Sant’Agata
Centocinquanta pagine, 24 storie di uomini entrate di diritto nella “Storia” con la esse maiuscola dell’antifascismo italiano, cinque paesi della Capitanata dove quelle vicende hanno avuto origine e si sono sviluppate: sono questi i numeri del libro intitolato “Antifascisti e perseguitati politici di Accadia, Anzano di Puglia, Deliceto, Monteleone di Puglia e Sant’Agata di Puglia nel Casellario Politico Centrale”. Il libro di Michele Casalucci, edito dal Comitato Provinciale ANPI di Foggia, è stato presentato martedì 4 ottobre nella nella Sala delle associazioni della Biblioteca La Magna Capitana di Foggia.
Da Renato Barbato di Accadia a Giuseppe Zanzonico di Sant’Agata di Puglia, il libro, che è parte integrante della collana “Quaderni dell’Anpi Provinciale di Foggia”, si presenta come un viaggio documentato e uno studio approfondito sulle vicende che segnarono il cammino di una parte importante della Capitanata verso la libertà e l’emancipazione dall’oppressione fascista.
“Solo durante il periodo fascista – ha spiegato Casalucci – risultano schedate e controllate oltre centodiecimila persone: comunisti, antifascisti, socialisti, anarchici, repubblicani”. Dal 2011, quei fascicoli sono consultabili. Il fascismo impegnò gli apparati della polizia, le Prefetture, i Consolati all’estero e tutte le altre strutture dello Stato nella lotta contro le opposizioni, con il fine del loro completo annientamento. “I profili raccolti nel libro raccontano squarci di vita di persone nate in questo territorio. Evidenziano storie di uomini che vivevano in condizioni assai difficili, alcuni dei quali costretti per indigenza e per ragioni politiche ad emigrare. Uomini che a volte si sono dovuti piegare, per necessità o opportunità o per il benessere della propria famiglia, ai soprusi e ai condizionamenti del Regime. Uomini che altre volte hanno saputo tenere la schiena dritta nonostante i controlli polizieschi, le persecuzioni, gli arresti, le condanne al confino”.
“Gli uomini della Capitanata allora segnalati nel Casellario Politico Centrale sono circa 1200”, ha precisato Michele Galante, presidente provinciale dell’ANPI Foggia. “Provenivano per lo più dai due comuni del Tavoliere – Cerignola e San Severo – in cui più aspra era stata la battaglia politica per la presenza di un forte movimento politico organizzato e sul quale si scatenerà la repressione del fascismo che comminerà condanne di ogni tipo: dall’ammonizione ai molti anni di galera inflitti dal Tribunale speciale. In una fase politica non semplice, in cui si cerca di far tornare indietro l’orologio della storia, col tentativo di stravolgere i fondamenti della nostra Carta costituzionale, è bene non abbassare la guardia e presentare il volto della Capitanata migliore, che non è indietreggiata, che ha saputo tenere botta, che non ha smarrito il valore della libertà e degli istituti democratici”.