LA STORIA infinita degli lsu: ottenuta la stabilizzazione, il problema rimasto irrisolto è ora quello delle ore lavorative e conseguentemente del connesso compenso. Sono diventati dipendenti comunali ma con stipendio neanche da…reddito di cittadinanza. Un problema, quello dei lavoratori socialmente utili, che si trascina da oltre un quarto di secolo nel corso del quale sono stati coinvolti governi, amministrazioni, sindacati, senza che mai si sia riusciti a eliminare questa categoria di disoccupati speciali, enclave nel contesto del multiforme popolo di disoccupati andatosi via via ingrossandosi.
A MANFREDONIA ne erano rimasti 115, il più numeroso di una vasta area non solo provinciale. La prospettiva inseguita era quella della “stabilizzazione”, vale a dire l’assunzione da parte del Comune presso il quale peraltro prestavano servizio per le ore loro assegnate: 12 ore settimanali con retribuzione base di 500 euro. Sarebbero rimasti fuori da ogni possibilità di recupero (il Governo aveva posto un limite temporale alla stabilizzazione) se il deputato Bordo non fosse riuscito a spostare il termine ultimo per l’intervento del Comune, al 31 dicembre 2021. La nuova amministrazione sbarcata a Palazzo San Domenico è riuscita, non senza affanno, a centrare l’obiettivo inseguito da decenni, di dare certezza di lavoro a quella schiera di lsu e dunque di cancellare quella sigla che tanto ha creato fastidi e preoccupazioni.
TUTTO risolto, tutti contenti? Neanche per sogno. Le pur giustificate esultanze si sono ben preso tramutate in mugugni e preoccupazioni fino alle proteste di questi giorni. È a questo punto che è venuto fuori il vero problema che ha tenuto a freno quella schiera di ormai ex lsu. Vale a dire lo “stipendio” spettante ai nuovi dipendenti. Arbitro della situazione sono le ore lavorative che sono addirittura diminuite rispetto a quelle ante stabilizzazione (12 ore settimanali) e conseguentemente anche lo “stipendio” si è contratto (480euro). La stabilizzazione è avvenuta utilizzando il contributo del Governo di 9.300 euro pro capite. L’intesa era che sarebbe dovuta intervenire una integrazione da parte del Comune che come noto di soldi non è ha essendo in stato di predissesto. Di qui il malcontento degli ex lsu.
«UNA ENORME beffa per quasi un centinaio di lavoratori che si sono visti ‘premiati’ con la diminuzione delle ore lavorative e dello stipendio; per non parlare del danno a carico del Comune e dell’utenza, dal momento che sono proprio gli lsu, anzi gli ormai ex lsu, a portare avanti diversi servizi e a tenere in piedi gli uffici svuotati dai numerosissimi pensionamenti degli ultimi anni» ha evidenziato la consigliera di minoranza Maria Teresa Valente la precarietà della situazione che l’assessore al personale Palumbo ha definito «esplosiva». Il sindaco Gianni Rotice nel confermare le difficoltà finanziarie in cui versa il Comune a ragione del pesante piano di riequilibrio che grava sul Comune, ha esortato a «evitare strumentalizzazioni e a lavorare insieme per risolvere il problema». Ha convocato i sindacati con i quali si è intrattenuto a porte chiuse. Ha poi fatto sapere di aver preso contatto con la Regione e chiesto al Prefetto di Foggia di aprire un tavolo per esaminare la situazione. L’obiettivo è quello di reperire i fiondi necessari.
Michele Apollonio